Suore uccise, fermati due sospetti: forse una rapina

20140908_77979_suore2Roma, 9 settembre 2014 – Due sospetti sono stati fermati a Bujumbura, in Burundi, per l’omicidio di tre missionarie italiane, massacrate a coltellate nel loro convento. Ignoto il movente, forse una rapina finita male. Lucia Pulici, 75 anni, e Olga Raschietti, 83, suore saveriane di Parma, sono state uccise domenica pomeriggio. La consorella Bernadetta Boggian, 79, ha scoperto i cadaveri e ha dato l’allarme. Poi è rimasta nel convento e nella notte è stata decapitata. Smentita la notizia che le tre siano state violentate. «Il sangue versato diventi seme di speranza», ha commentato papa
Francesco.

Le religiose saveriane erano impegnate in Burundi da sette anni. Secondo le prime ricostruzioni della polizia, dunque potrebbe essere stata una rapina finita in tragedia, anche se dagli alloggi delle tre suore non sembra mancare nulla, nemmeno i soldi che erano in casa, riferiscono gli agenti. È stata smentita invece, da fonti missionarie saveriane, la violenza sessuale nei confronti delle suore, di cui aveva parlato il vice direttore della polizia burundese Godefroid Bizimana.

Un uomo è stato visto fuggire dalla scena del delitto con un coltello in mano. Al momento di certo c’è solo che le tre missionarie sono state uccise in due momenti diversi. Suor Lucia Pulici e suor Olga Raschietti, sono state massacrate domenica pomeriggio nel convento presso la parrocchia San Guido Maria Conforti, che sostiene un “Centro pastorale giovanile” che in questi anni ha consentito l’incontro fra ragazzi di etnia hutu e tutsi fondato dai padri saveriani. L’assassino le ha sgozzate e poi si è accanito sul cadavere di una di loro colpendone ripetutamente il viso con una pietra, ha spiegato Bizimana.

La terza vittima, suor Bernardetta Boggian, è stata invece uccisa nella notte tra domenica e lunedì. Era stata lei a ritrovare in una pozza di sangue i cadaveri delle consorelle, come ha raccontato all’agenzia Misna padre Mario Pulcini, superiore dei missionari saveriani in Burundi. Da lui Bernardetta era andata ieri pomeriggio dopo aver notato che dalla casa in cui alloggiava con suor Lucia e suor Olga «non c’erano segnali di vita, tutto era chiuso e con le tende tirate». Poco dopo la tragica scoperta dei due cadaveri martoriati. La religiosa ha comunque deciso di non abbandonare l’alloggio, scelta che probabilmente l’ha consegnata nelle mani dell’assassino rimasto nascosto. Anche per lei una fine cruenta: decapitata.

Padre Pulcini, che si era recato negli alloggi della suora verso le 2 di notte dopo aver sentito delle urla, ha raccontato infatti di essersi ritrovato di fronte a un «bagno di sangue».

Sotto shock la diocesi di Parma, della quale facevano parte le suore, e l’arcivescovo di Bujumbura, monsignor Evariste Ngoyagoye. Il vice presidente del paese africano, Prosper Bazombanza, si è detto «inorridito da tanta barbarie» e ha promesso di «fare luce sulla vicenda il prima possibile».

In Burundi, uno dei paesi più poveri dell’Africa che nel 2006 è uscito da oltre dieci anni di guerra civile, i conventi erano già stati presi di mira. Il 27 novembre 2011, il cooperante italiano Francesco Bazzani era rimasto ucciso in un attacco a un convento a Ngozi, nel nord del Paese, insieme con una suora croata. I due assassini erano stati arrestati il giorno dopo e condannati all’ergastolo.

Fonte Il Messaggero
A.L.