Roma, 10 Sett. – Sono accusati dell’omicidio di un loro connazionale di 39 anni deceduto all’ospedale Sant’Eugenio lo scorso 7 settembre dopo essere stato accoltellato gravemente all’addome la notte del 17 agosto. I fatti si verificarono nel parco antistante la metro Eur Fermi, nella zona del Laghettto, luogo di ritrovo della comunità filippina a Roma, dove venne segnalato al 113 l’accoltellamento di due persone.
TRE FERITI – In effetti, dai primi accertamenti effettuati da una pattuglia del Reparto Volanti, intervenuta nell’immediatezza, si è appurato che due uomini di nazionalità filippina avevano aggredito a freddo un 49enne loro connazionale e, successivamente, in fasi distinte, uno di essi aveva accoltellato all’addome due altri cittadini filippini, un 58enne ed un 39enne, intervenuti per sedare la lite.
COLTELLATA ALL’ADDOME – I tre feriti venivano ricoverati presso gli ospedali San Giovanni e Sant’Eugenio, il primo per la frattura del braccio e dello zigomo, il secondo per una lieve ferita da arma da taglio all’addome mentre il terzo per una ferita all’addome apparsa da subito grave, tanto che da richiedere un immediato intervento chirurgico, con il successivo ricovero del ferito in prognosi riservata.
INDAGINI DELLA POLIZIA – Le indagini venivano subito avviate dalla squadra Investigativa del Commissariato Esposizione, diretto dal dottor Giuseppe Miglionico, che dall’ascolto dei testimoni erano riusciti ad identificare due degli aggressori un filippino di 37 anni ed un suo connazionale di 49. I due, però, nel frattempo si erano resi irreperibili.
A SAN GIOVANNI E ALL’OLGIATA – A seguito di una complessa attività d’indagine, costituita da servizi di appostamento presso i luoghi solitamente frequentati e pedinamento di familiari e conoscenti, venivano simultaneamente rintracciati e sottoposti a fermo di indiziato di delitto il 4 settembre scorso, rispettivamente in via Gallia, zona San Giovanni, ed all’interno del quartiere residenziale dell’Olgiata.
VIA IL CELLULARE – In tal senso gli investigatori sono riusciti a rintracciare e conseguentemente a monitorare i diversi luoghi di lavoro dei due citati cittadini stranieri, uno dei quali si era anche disfatto della propria utenza cellulare al fine di scongiurare l ‘eventuale tracciamento del proprio telefono.
IN CARCERE – I due sono tuttora detenuti presso la casa circondariale di Regina Coeli in stato di custodia cautelare in carcere. La loro posizione si è aggravata con il decesso, avvenuto il 7 settembre, in ospedale, del filippino già ricoverato in gravi condizioni.
LITE PER FUTILI MOTIVI – Tra i motivi all’origine della sanguinosa lite sembrerebbero esservi risentimenti pregressi riconducibili sostanzialmente a futili motivi, forse aggravati dal massiccio consumo di alcolici.