Filippo Facci: Da Caselli a Caselli

caselliRoma, 11 settembre 2014 – Eccoci ancora una volta a elogiare Giancarlo Caselli: è il caso che cominci a preoccuparsi. Il punto è che non serve condividere certe sue erronee condotte del passato (erronee secondo noi) per accorgersi che nell’ultimo anno non ne ha sbagliata una, e, soprattutto, accorgersi che se n’è fregato del conformismo giustizialista e mafiologico dei giornali dove scrive. Nell’ultimo anno Caselli ha apprezzato la legge sul voto di scambio in barba alle scimmie urlatrici dei Cinque Stelle, e ha perciò deprecato, parole sue, «le obiezioni di un paio di magistrati, subito trasformate in rivolta dei pm»; Caselli è stato il primo a prospettare una matrice terroristica negli attentati in Valsusa, e ha mandato a quel paese Magistratura Democratica dopo che aveva lasciato spazio allo scrittore Erri De Luca, già solidale coi boicottaggi; e ora, giustamente, Caselli si ribella al docu-finto di Sabina Guzzanti titolato Latrattativa (scritto così, gli errori cominciano dal titolo) in cui lui viene tratteggiato come un beota vanesio che si fece gabbare dal colonnello Mori e dal capitano Ultimo (cosa non vera) e che fu quindi indirettamente corresponsabile della mancata perquisizione del covo di Totò Riina. «Una tecnica da cabaret», l’ha definita Caselli rivolto a chi di cabaret in effetti si occupa. Nelle stesse pagine, a proposito, Marco Travaglio definiva Caselli, dopo dodicimila distinguo, come «il capo dei gabbati». E forse ha ragione, vista la sòla irriconoscente che sta tirando al suo ex amico.

di Filippo Facci

Fonte Libero

D.E.