Pirati della strada, una vittima ogni tre giorni

pattuglia-polizia-stradaleLa città che ha smarrito la propria umanità, ha imparato a digerire con un’indifferenza discreta i suoi mostri. Fantasmi che hanno i mille volti dell’ordinario. C’è l’automobilista che ritorna a casa per cenare con la famiglia, il motociclista che investe il pensionato, il testimone che non ha il coraggio (o la voglia) di testimoniare ciò a cui ha assistito. Ogni tre giorni Genova produce una nuova vittima di un pirata della strada. Persone che rimangono ferite, menomate, nei casi più drammatici perdono la vita. E intorno a loro non trovano nessuno (o quasi) che senta il bisogno di dare una mano alla giustizia per smascherare i veri responsabili.

Sono numeri impietosi, «enormi» secondo la stessa polizia municipale, che raccontano un paradosso: il sogno (o l’incubo) della videosorveglianza universale non ha sconfitto il cancro. Anzi. Nell’epoca delle telecamere a ogni angolo di marciapiede, gli occhi elettronici che presidiano centinaia di arterie di scorrimento funzionano per dare più multe, ma sembrano non interessare o quasi 63 conducenti che dall’inizio del 2014, in soli otto mesi, sono scappati senza curarsi di una persona appena investita. Non un risultato eccezionale, purtroppo, visto che potrebbe ancora raggiungere o superare quota 109, le fughe registrate l’anno precedente. Di questi solo uno su tre viene scoperto.

Un indizio su come si è arrivati a questo punto, può arrivare da un’iniziativa dei vigili urbani. Per arginare statistiche sempre più preoccupanti gli uomini della sezione antinfortunistica hanno dato il via a una sito internet che invita la cittadinanza alla cooperazione: “Non lasciarli scappare”. Un portale che raccoglie gli incidenti in cui il colpevole se l’è data a gambe. Risultato? In due casi su tre è il silenzio totale. E la metà delle informazioni che arrivano sono anonime. Inutilizzabili per un processo. Inutili.

È dopo questo tentativo (per ora) naufragato che il sospetto è diventato consapevolezza: «Non sono gli strumenti tecnologici a mancare – dice amaro un investigatore, impegnato quotidianamente su questo fronte – ma il senso civico, l’etica. La cosa stupefacente non è solo il numero dei pirati, ma l’omertà. Spesso troviamo poca collaborazione, se non riluttanza. E quando c’è qualcuno che ha visto qualcosa, raramente è disposto a metterci la faccia». E il dubbio che l’insuccesso dell’iniziativa possa dipendere dalla scarsa dimestichezza di una popolazione anziana con il computer, è subito smentito dai fatti: le segnalazioni “tradizionali” viaggiano sulla stessa media.

La fotografia più nel dettaglio racconta che in questi primi otto mesi il pool della Municipale che si occupa di sinistri – una ventina di agenti che fanno i salti mortali per coprire un territorio che nel 2013 ha sfornato 352 incidenti stradali, un organico così all’osso da non riuscire più a coprire i turni notturni – è riuscito a dare un nome a 27 pirati della strad a. Ne restano 24 da risolvere e 12 già archiviati, perchè continuare a indagare con quegli elementi è solo uno spreco di tempo e soldi.

Genova, 3 ottobre 2014
di Marco Grasso
Fonte Il Secolo XIX
A.L.