Ebola piega il sistema di sicurezza sanitaria messo in campo dalla Spagna: una trentina di persone e’ monitorata costantemente dopo essere venute in contatto con l’infermiera ricoverata a Madrid, contagiata da due pazienti uccisi dalla malattia. Almeno altri tre casi sono stati definiti “sospetti”: il marito dell’infermiera, una seconda infermiera della stessa equipe medica della prima e un uomo rientrato da un viaggio all’estero. L’infermiera contagiata faceva parte della squadra che ha curato all’ospedale La Paz-Carlos III di Madrid il missionario Manuel Garcia Viejo, morto il 25 settembre scorso nella capitale spagnola dopo aver contratto la malattia in Sierra Leone. Al momento, e’ ricoverata in condizioni stabili all’ospedale di Alcorcon, a sud della capitale. La donna, una quarantenne, secondo quanto riporta El Pais nel momento in cui entro’ in contatto con i pazienti contagiati non indossava gli indumenti previsti dal livello 4 di sicurezza, ma bensi’ quelli corrispondenti al livello 2: non aveva la possibilita’ di respirare da un sistema autonomo e i guanti erano in latex e legati da nastro adesivo. L’Unione europea e’ in allerta. Bruxelles ha chiesto alla Moncloa di spiegare le circostanze che hanno portato al contagio dell’infermiera spagnola, la prima a contrarre l’ebola in Europa. La Commissione “ha inviato una lettera lunedi’ al ministero della Salute spagnolo per ottenere alcuni chiarimenti” su come sia avvenuto il contagio, nonostante tutte le precauzioni prese. “C’e’ ovviamente un problema da qualche parte”, ha sostenuto il portavoce Frederic Vincent, ribadendo tuttavia il convincimento della Commissione Ue che la diffusione dell’ebola in Europa “resti altamente improbabile”. Per quanto riguarda l’Italia, ci sono state “moltissime segnalazioni di casi sospetti di Ebola ma, fortunatamente, nessuno si e’ poi rivelato positivo”, ha riferito il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, nel corso di un’audizione alla Camera. “Il fatto che abbiamo ricevuto queste segnalazioni”, ha aggiunto il ministro, “significa che il sistema funziona. Il ministero della Salute sta seguendo con estrema attenzione l’evoluzione dell’epidemia in Africa Occidentale”. In particolare sono stati rafforzati i controlli a bordo delle navi, negli aeroporti e sugli immigrati che sbarcano in Italia. Il ministro ha anche messo in guardia sul rischio che i tagli lineari riducano i fondi per i controlli: “Le ispezioni non si fanno da sole. La sicurezza e’ una priorita’ e per questo ho chiesto piu’ fondi nella legge di stabilita’”.
Roma, 7 ottobre 2014
AGI
A.L.