Appena nato pesava appena 520 grammi, oggi Lucas festeggia il primo compleanno

20141008_80414_2Lucas è un piccolo ometto di un anno. Balbetta le prime parole, gattona, si mette in piedi e cade giù. I genitori non lo lasciano nemmeno per un secondo, lo seguono con lo sguardo. – GUARDA LE FOTO

Lo sguardo di chi pensa di essere stato miracolato. Mentre raccontano la loro storia hanno gli occhi pieni di lacrime e di orgoglio per quel piccoletto che un anno fa i medici avevano condannato a morte. Lo sguardo che oggi si posa su Lucas non sarebbe lo stesso se un anno fa avessero seguito ciò che dicevano i dottori: il piccolo, gravemente prematuro, non sarebbe sopravvissuto se non con gravi disabilità. Il consiglio era solo uno: staccare la macchina che lo teneva in vita. Ma Sylvia Moore, 30 anni, e suo marito Tom, 33 di Rugby, Warwickshire, in Inghilterra, non ci hanno pensato nemmeno per un attimo: il bimbo ce l’ha fatta e insieme hanno potuto spegnere la prima di una lunga serie di candeline.

Più di molti altri bambini, Lucas è il frutto dell’amore e della determinazione di questi due genitori. La mamma ha iniziato ad avere problemi alla 22esima settimana e sette giorni dopo è nato il piccolo: pesava solo 520 grammi e per i primi sei minuti di vita si è creduto fosse nato morto. Quando ha iniziato a respirare la famiglia, nonostante la felicità immensa per l’evento, ha dovuto subito fare i conti con le condizioni di salute del bimbo. Lucas era così piccolo che a sfiorarlo sembrava già di fargli del male: aveva una emorragia al cervello e un buco nel cuore. Una condizione terribile che lasciava ai medici del Coventry University Hospital pochi dubbi: Lucas aveva un’altissima probabilità di essere disabile e il 99% di possibilità di avere una paralisi cerebrale. Il consiglio era quello di non relegare il piccolo a una vita difficile, probabilmente sarebbe stato cieco e sordo: era meglio staccare la spina. Ma Sylvia e Tom si sono rifiutati.

Hanno seguito l’evoluzione di Lucas nei 109 giorni di terapia intensiva fino a quando sono riusciti a portarlo a casa. Ora gli unici segni del suo calvario sono una miopia associata all’uso della macchina per l’ossigeno. «Mio figlio è un combattente – ha detto la mamma di Lucas – e noi gli staremo sempre accanto». Lucas sorride e ogni problema al mondo sembra svanire per questi due genitori. Sylvia e Tom si guardano e annuiscono. Il calvario sembra lontano e adesso c’è solo il loro piccolo. A staccare quella spina non ci hanno pensato nemmeno per un attimo.

Federica Macagnone – Il Messaggero

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