Aggredisce una donna in piazza per violentarla incurante del fatto che sia incinta e porti con se il bambino di 10 mesi. Il tutto senza preoccuparsi di nascondere le proprie azioni e poco dopo aver compiuto una rapina violenta ai danni di un’altra persona poco distante dal luogo della seconda aggressione.
Un cittadino extracomunitario ha letteralmente seminato il panico nel quartiere palermitano di Ballarò, fra il mercato e le vie limitrofe, prima di essere fermato dalla polizia intorno alle 3 della scorsa notte.
L’aggressione si è consumata in via delle Pergole. Sono quasi le 2 di notte quando Samir Rahali, 25 anni siriano, aggredisce alle spalle la malcapitata e le punta un coltello alla gola. Urla a gran voce che intende avere un rapporto sessuale con lei e le chiede azioni precise. La donna, terrorizzata, mostra di essere incinta e gli chiede di desistere anche perché ha con se l’altro figlio di 10 mesi ma Rahali insiste, urlando.
Sono proprio le urla dell’aggressore e, poi, quelle di terrore della donna a richiamare l’attenzione del marito della vittima che si trova dietro l’angolo. Al sopraggiungere dell’uomo l’aggressore viene messo in fuga. la coppia scappa per paura del ritorno dell’aggressore. Giunti in corso Tukory i coniugi richiamano l’attenzione di una volante di polizia che si trovava a passare e raccontano l’accaduto.
Scatta la caccia all’uomo per i vicoli di Ballarò. Rahali viene intercettato nei pressi di porta Sant’Agata ed ingaggia una colluttazione con un poliziotto durante la quale riesce a far perdere nuovamente le proprie tracce mentre il poliziotto rimarrà contuso refertato in ospedale è stato dichiarato guaribile in tre giorni.
Riconosciuto dall’agente che lo aveva già arrestato in precedenza per altri reati, scattava la trappola. Circa mezz’ora dlopo la polizia individuava il fuggiasco inv ia Piave nei pressi della sua abitazione dove tentava di rientrare furtivamente.
Arrestato Samir Rahali è stato trovato in possesso anche del bottino di una rapina che era stata perpetrata poco prima dell’aggressione sessuali ai danni di un altro siriano fra cui anche il telefonino del rapinato. A casa l’uomo aveva una collezione di ritagli di giornali riportati gli articoli dei suoi precedenti arresti e vari borsellini da donna che si presume siano il frutto di altre rapine ed aggressioni.
di Manlio Viola
Palermo, 9 ottobre 2014
Fonte Blogsicilia
A.L.
Semplice Decapitiamolo,poi adesso ne arriveranno a migliaia di questi fenomeni,con la scusa della guerra ci invaderà una marea di profughi della criminalità.