Con la testa a Jules Bianchi, e non potrebbe essere diversamente, ma lo spettacolo deve andare avanti perche’, per dirla con Sebastian Vettel, “amiamo il brivido, le gare, la gestione della macchina al limite”. “Tous avec Jules #17” – questo l’adesivo che campeggera’ su tutti i caschi a Sochi, dove da oggi iniziera’ il primo weekend russo – ma tra 24 ore tutti in pista, senza tentennamenti, nonostante il terribile incidente di Suzuka appena cinque giorni fa.
“C’e’ sempre il rischio che qualcosa possa andar male, e’ intrinseco viste le velocita’ a cui viaggiamo – spiega il campione del mondo della Red Bull -. E’ stata fatta una grande strada verso la sicurezza, sono stati compiuti parecchi miglioramenti e abbiamo una gran fortuna per il fatto che la nostra generazione abbia visto incidenti con danni limitati.
Quanto accaduto la settimana scorsa ti fa capire quanto rischi, ma negli ultimi anni ci sono stati tanti miglioramenti e non bisogna mai perdere il rispetto per quello che facciamo”.
Felipe Massa punta il dito sul fatto che l’incidente del pilota della Marussia sia avvenuto per la presenza sul tracciato giapponese di un elemento esterno, quella gru sulla quale Bianchi e’ andato a sbattere ad altissima velocita’.
“C’era un trattore in pista e non possiamo fare nulla in questo caso, credo si stia lavorando molto bene per rendere le macchine piu’ sicure”. Concetto ribadito anche da Adrian Sutil e Daniil Kvyat: “E’ chiaro per tutti che correre puo’ essere pericoloso, ma sono qui perche’ mi piace, voglio correre e sono consapevole del pericolo, anche se questo non significa che io lo accetti”, sottolinea il tedesco.”Voglio correre, perche’ questa e’ la mia passione. Quando non vorro’ piu’ farlo restero’ a casa”. Kvyat, che non vede l’ora di correre il Gp di casa, aggiunge che “siamo qui per correre, sappiamo che i rischi sono alti e abbiamo visto quello che e’ successo, le velocita’ sono molto alte, sotto i 100 non sarebbe piu’ correre…Vogliamo sempre avere la sicurezza massima, credo che abbiamo visto dei miglioramenti enormi, ma questo tipo di avvenimenti ci ricorda che ci sono sempre dei miglioramenti possibili da fare”. E allora cosa fare per ridurre ulteriormente i rischi? Si parla di un abitacolo chiuso, e l’idea tra i piloti presenti in conferenza stampa non dispiace.
“Sono tendenzialmente orientato a provare l’idea – racconta Fernando Alonso, apparso tra i piu’ provati ed emozionati -.
Abbiamo una tecnologia avanzata, perche’ non pensarci? Tutti i peggiori incidenti degli ultimi anni sono stati infortuni alla testa, e’ il problema per cui non abbiamo raggiunto la massima sicurezza.
A Spa avrei potuto senz’altro morire, e’ stata una questione di 10 cm, perche’ escludere questa possibilita’?”. Se Vettel dice di avere “un’opinione contrastante” sull’argomento, Massa aggiunge: “Sono favorevole a quanto detto da Fernando, bisognera’ lavorare. Per il mio incidente (Budapest nel 2009, ndr) sarebbe stato perfetto, per quello di Jules non so”.
Concorda anche Kvyat: “Quando capitano queste cose devi prenderti una pausa e calcolare ogni aspetto, provare tutto e valutare quale possa essere la miglior soluzione. Prima pero’ deve essere provato”.
Roma, 10 ottobre 2014
AGI
A.L.