La Polizia vuole le tute anti-Ebola

aeroporto-polizia-1Ora Ebola fa paura a chi lavora in frontiera. I poliziotti addetti al controllo passaporti negli aeroporti e quelli alle prese con i clandestini che arrivano sui «barconi» in Sicilia chiedono guanti, mascherine e tute protettive. Mentre il governatore del Veneto Luca Zaia vuole chiudere le frontiere agli immigrati, il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin si prepara a discutere giovedì al vertice dei Paesi Ue sull’epidemia l’innalzamento dei livelli di sicurezza e di informazione.
«Già adesso – annuncia Lorenzin – abbiamo prolungato a 21 giorni la conservazione delle liste dei passeggeri. Comunque, appena viene segnalato un sospetto, in Italia scatta un sistema di allerta che attiva le procedure di isolamento e i falsi allarmi sono serviti per simulare situazioni di rischio». Soltanto ieri ce ne sono stati due. All’Ufficio immigrazione della questura di Roma un somalo si è sentito male. Con la febbre a 38° è stato trasportato d’urgenza al policlinico Umberto I dove però gli è stato diagnosticato un attacco di epilessia. A Milano, durante l’udienza in tribunale, un ghanese accusato di furto di rame ha iniziato a tossire e a sputare sangue. Il giudice Bruna Rizzardi ha chiamato il 118 e ne ha disposto il trasferimento all’ospedale Sacco, specializzato in malattie infettive. Il magistrato ha effettuato le udienze successive indossando guanti in lattice, quindi ha decretato la chiusura dell’aula finché non verrà accertata la patologia di cui soffre il giovane. «L’Oms ci dice che l’incubazione va dai 2 ai 21 giorni ma per altri 28 giorni chi ha il virus lo mantiene nel corpo e lo può espellere coi liquidi biologici», afferma il governatore del Veneto Zaia. «Questo significa che abbiamo un arco di 50-60 giorni nel quale il virus può essere veicolato da chi lo ospita.Non capisco perché dire che i profughi non porteranno mai Ebola». E proprio questo è ciò che preoccupa i poliziotti, i primi a trattare con gli immigrati rovesciati dal Mediterraneo sulle spiagge d’Italia. Il Silp denuncia «le malattie che potrebbero contrarre le centinaia di agenti impegnati alle frontiere e nelle operazioni per l’emergenza immigrazione». Il segretario del sindacato Daniele Tissone chiede «al Dipartimento di Pubblica Sicurezza di distribuire appositi kit (maschere, calzari e tute monouso) che assicurano anche la protezione da contagi quali le infezioni da Tbc». Attrezzature di protezione per i poliziotti le vuole pure il Consap, mentre il segretario del Siulp Saturno Carbone punta a «corsi per spiegare agli operatori i rischi di Ebola e come tutelarsi durante lo svolgimento dei compiti d’istituto».«Gli agenti hanno accompagnato nei giorni scorsi alcuni migranti dall’aeroporto di Comiso a quello di Fiumicino senza alcuna attrezzatura di prevenzione e sicurezza», lancia l’allarme il deputato di Ncd Nino Minardo. Alla riunione dei Ministri della Sanità dell’Ue verrà discussa la creazione di un «coordinamento anti-Ebola» e di regole comuni da seguire per i controlli nei porti e aeroporti e dell’invio di medici europei negli scali degli Stati africani colpiti dall’epidemia (Guinea, Sierra Leone, Liberia, Nigeria, Senegal e Congo) per evitare che viaggiatori malati possano andare all’estero. Il virus ha già ucciso 4.033 persone.
Negli Stati Uniti Ebola è stato infatti introdotto da un turista che ha contagiato una delle infermiere che lo curavano. Il presidente Barack Obama ha chiesto al Cdc di Atlanta un’indagine sul mancato rispetto delle regole sanitarie e sta valutando di rendere obbligatoria la quarantena. La Gran Bretagna ha effettuato una simulazione dell’arrivo di Ebola in una piccola città per testare la risposta degli ospedali.

Roma, 14 ottobre 2014
di Alessandra Zavatta
Fonte Il Tempo
A.L.