Gentiloni: “In Libia Italia pronta a combattere”

ImmagineL’Italia”«è pronta a combattere” in Libia “nel quadro della legalità internazionale”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, intervistato da SkyTg24. L’Italia, ha affermato il titolare della Farnesina, «sta sostenendo le Nazioni unite che cercano di trovare una mediazione tra le diverse forze” nel Paese nordafricano, ma se non fosse possibile trovare una mediazione “bisogna porsi il problema con le Nazioni unite di fare qualcosa di più. Non possiamo accettare l’idea – ha proseguito Gentiloni – che a poche ore dall’Italia in termini di navigazione ci sia una minaccia terroristica attiva”.

Quelle che parlano di bandiera nera dello Stato islamico su San Pietro, ha detto ancora il ministro, sono “farneticazioni propagandistiche”, ma “non le possiamo sottovalutare”. L’Italia, ha concluso, sostiene “la mediazione dell’Onu, ma la situazione si sta deteriorando”. L’allarme del ministro è arrivato dopo la notizia che formazioni dell’isis, nella giornata di oggi, hanno preso il controllo di alcune stazioni radio a Sirte, che è la città lungo la costa più vicina in linea d’aria all’Italia.

14 febbraio 2015

Fonte liberoquotidiano

ER

One thought on “Gentiloni: “In Libia Italia pronta a combattere”

  1. Prudenza, si faccia della propria prioritaria Virtù: PRUDENZA! Non vorrei si ritornasse al vecchio pagliaccesco ordine categorico ed imperativo dell’Armiamoci e partite. Che la situazione sia grave e seria è vero, ma che si intervenga alla “garibaldina” è sbagliato. Ben meglio sarebbe intervenire evitando l’ONU, che non mi pare tale multiforme organizzazione finora dato prova di efficienza, coinvolgendo in tale dolorosa e inevitabile operazione la sola Europa UE e le sue Forze Armate ben coordinate da un sistema esclusivamente UE e nulla più! Naturalmente questa nuova condotta UE, comporterebbe lo scoprire gli USA dai loro impegni in altre parti del Pianeta e staccarsi dal condividere materialmente la loro dissennata e talvolta folle politica egemonica su altre Nazioni. Purtroppo al momento non mi pare che in Europa vi siano statisti così indipendenti in grado di condurre tale impegnativa opera.

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