«Gentiloni crociato, l’Italia è nemica»

187ff14af4fb5841a74bc6fb6e81c732Le minacce dell’Isis da Mosul dopo le dichiarazioni del ministro. Tra i 15 mila miliziani ci sono anche 340 libici tornati dall’Italia.

Quindicimila uomini armati e pronti a combattere per estendere il Califfato oltre i confini della Libia. Tra questi ci sono 340 libici ritornati in patria proprio dall’Italia, dove hanno vissuto per anni. Ora sono pronti ad agire, se serve anche tornado all’estero dove sanno come muoversi.
L’esercito dell’Isis, dunque, è alle porte dell’Italia, ormai nel mirino degli jihadisti. Dopo l’occupazione di Sirte lo Stato islamico è arrivato al confine ultimo che lo separa dall’Occidente. La Libia è in mano ai miliziani di Abu Bakr al-Baghadi, una situazione che rappresenta una minaccia per l’intera Europa. L’ennesimo monito al nostro Paese è arrivato ieri proprio attraverso una radio dell’Isis, che ha citato il responsabile della Farnesina, Paolo Gentiloni, definendolo «il ministro degli Esteri dell’Italia crociata». «Gentiloni – ha continuato il comunicato Isis – dopo l’avanzata dei mujahidin in Libia ha detto che l’Italia è pronta a unirsi alla forza guidata dalle Nazioni atee per combattere lo Stato islamico». Il ministro aveva annunciato la disponibilità del nostro Paese a combattere in Libia sotto l’egida dell’Onu. La replica degli jihadisti non si è fatta attendere e dalla radio ufficiale dello Stato islamico «al-Bayan», che trasmette online da Mosul, ha riportato le dichiarazioni di Gentiloni che aveva espresso la disponibilità dell’Italia a partecipare e a guidare una forza Onu contro la minaccia dell’autoproclamato Califfato. Una dichiarazione che l’Isis ha subito cavalcato per mettere in campo la minaccia più volte lanciata attraverso video, social network e riviste del terrore: conquistare Roma. Attraverso la collana di e-book disponibile in Rete, i terroristi hanno anche pubblicato una mappa dell’Europa, reperibile nel volume intitolato «The islamic state 2015», in cui vengono indicati i punti da cui potrebbe partire un attacco missilistico verso l’Italia. Non solo. La stessa cartina è riprodotta in un altro volume digitale della stessa collana, questa volta intitolato «Bandiere nere da Roma», e che indica quali sono le rotte che i mujiaheddin devono percorrere per raggiungere il cuore dell’Europa, soprattutto attraverso l’Italia.
L’attacco predisposto dall’Isis, dunque, è ben strutturato e organizzato. Considerati i paesi che circondano l’Italia, in verde sono contrassegnati quelli di destinazione dei musulmani per la conquista dell’intero territorio. Mentre in arancione sono cerchiati quelli da cui possono partire gli attacchi verso gli Stati da raggiungere per diffondere il Califfato. Marocco, Tunisia, Siria, Kossovo, Bosnia e Albania sono i luoghi da cui i musulmani possono sferrare l’attacco concentrico al nostro paese. Da qui gli jihadisti devono raggiungere le aree segnate in verde che rappresentano l’obiettivo. Roma è tra questi ultimi. La Turchia, poi, è considera una buona via di transito verso l’Europa e quindi si consiglia di sfruttare i percorsi che offre anche attraverso documenti falsi e agevolazioni varie. Il resto è prevalentemente affidato allo sbarco di profughi sulle nostre coste, che è un viaggio definito «più agevole» in relazione alla possibilità di muoversi sprovvisti di documenti di riconoscimento. I 340 libici rientrati in patria dall’Italia, rispondendo al richiamo del Califfo al-Baghdadi, dunque, potrebbe rientrare nel nostro Paese proprio attraverso questi canali e mettere in campo azioni individuali anche nel resto dell’Europa. Ecco quali sono i criteri a cui dovranno attenersi: mantenere segreta l’operazione evitando accuratamente di coinvolgere gli jihadisti rimasti in Italia soggetti ad infiltrazioni da parte di polizia e servizi segreti; privilegiare l’iniziativa individuale organizzando il tutto secondo le regole di un attacco suicida; pianificare con cura l’attentato, individuando e osservando meticolosamente l’obiettivo e valutando anche in termini di ricadute mediatiche l’operazione; garantire il ritrovamento sul posto dell’attacco del vessillo nero dello Stato islamico. Il tutto secondo una scelta strategica che non richieda un’organizzazione complessa e dispendiosa, ma privilegiando attacchi individuali veloci e destinati a concludersi con il martirio. A dimostrazione del crescente ruolo esercitato da Isis nell’hub jihadista libico, alcuni capi di Ansar al Sharia, avrebbe fissato il suo quartier generale nella città di Derna. In tutto il nord Africa, inoltre, prolificano le adesioni all’Isis anche da parte di gruppi tradizionalmente qaidisti, come avvenuto per alcune katibe libiche di Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi). Un esempio in tal senso giunge dalla Tunisia, dove i mujiaheddin locali combattono, con intenti comuni, sia sotto la bandiera della katiba qaidista Oqba ibn Nafaa, sia sotto quella di Ansar al Sharia il cui leader tunisino, Abu Iyad, si sarebbe rifugiato nell’Emirato islamico di Derna fedele a Isis.
15 febbraio 2015
Fonte IlTempo (Francesca Musacchio)

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One thought on “«Gentiloni crociato, l’Italia è nemica»

  1. Prudenza, si faccia della propria prioritaria Virtù: PRUDENZA! Non vorrei si ritornasse al vecchio pagliaccesco ordine categorico ed imperativo dell’Armiamoci e partite. Che la situazione sia grave e seria è vero, ma che si intervenga alla “garibaldina” è sbagliato e molto mal realizzato. Ben meglio sarebbe intervenire evitando l’ONU, che non mi pare tale multiforme organizzazione abbia finora dato prova di efficienza, coinvolgendo quindi in tale dolorosa e inevitabile operazione la sola Europa UE e le sue Forze Armate ben coordinate da un sistema esclusivamente UE e nulla più! Naturalmente questa nuova condotta UE, comporterebbe lo scoprire gli USA dai loro impegni in altre parti del Pianeta e staccarsi dal condividere materialmente la loro dissennata e talvolta folle politica egemonica su altre Nazioni. Purtroppo al momento non mi pare che in Europa vi siano statisti così indipendenti in grado di condurre tale impegnativa opera. Ovviamente se una guerra dovrà inevitabilmente essere combattuta lo si faccia con materiali e armi esclusivamente di fabbricazione europea!

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