Onu: in Libia soluzione politica Italia pronta a ruolo guida

ImmagineAmbasciatore Buccino, in Libia rimasti solo pochi italiani.

L’Italia si candida al ruolo di guida nella stabilizzazione contro la crisi libica. Approdata al Consiglio di sicurezza Onu, la polveriera libica vede prevalere un orientamento per una soluzione politica, dando spazio ancora al lavoro del mediatore Onu. Intanto, il presidente americano Obama assicura che ci vorrà tempo, ma l’Isis verrà battuto. E mentre il Qatar richiama il suo ambasciatore in Egitto dopo le tensioni per la scelta del Cairo di bombardare obiettivi jihadisti in Libia, e i media riferiscono di almeno 30 tunisini rapiti da vari gruppi terroristici in Libia, Mosca non esclude di partecipare alla coalizione anti-Isis: potrebbe garantire un blocco navale.

Buccino, in Libia rimasti solo pochi italiani – Solo pochi cittadini italiani sono rimasti in Libia: lo ha detto l’ambasciatore italiano in Libia Giuseppe Buccino durante un’intervista a Sky Tg24. Senza entrare nei dettagli ha detto che “i numeri sono molto bassi”.

Mosca non esclude partecipazione a coalizione anti-Isis – Il rappresentante permanente russo all’Onu, Vitali Ciurkin, non ha escluso la partecipazione di Mosca a un eventuale coalizione internazionale contro lo Stato islamico in Libia, in particolare garantendo un blocco navale per impedire l’arrivo di forniture di armi ai terroristi.

Algeria: cecchini a confine Tunisia contro jihadisti – Unità dei tiratori scelti dell’Esercito algerino sono state dispiegate lungo il confine con la Tunisia per contrastare lo sconfinamento di terroristi islamisti. La misura è stata adottata dopo la strage di agenti (quattro le vittime) della Gendarmeria tunisina, caduti in un’imboscata a poca distanza dalla frontiera per mano di un gruppo di miliziani islamisti, poi datisi alla fuga. Il dispiegamento delle unità dell’elite dell’Esercito algerino conferma l’elevato allarme che i due Paesi, di fatto ormai uniti da una comune politica della sicurezza, annettono al possibile sconfinamento di gruppi terroristi, anche in conseguenza della situazione che si è determinata in Libia e che rafforzerebbe la decisione di formare pattuglie miste che agiranno a cavallo della frontiera.

Tensioni con Egitto, Qatar richiama ambasciatore – Il Qatar ha richiamato il suo ambasciatore in Egitto “per consultazioni”, dopo tensioni in merito alla scelta del Cairo di bombardare obiettivi jihadisti in Libia.

L’Onu: la soluzione è politica – La ‘polveriera libica’ è al centro dell’attenzione dei grandi del mondo e l’Italia e’ pronta assumere un ruolo guida nella cornice dell’iniziativa Onu: il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha dedicato una riunione fiume alla Libia, mentre l’Egitto e’ tornato a martellare i jihadisti dell’Isis che in territorio libico commettono atrocità e rilanciano minacce. Alfano ha parlato della minaccia di infiltrazioni con i barconi di immigrati. “Non c’e’ traccia reale di un nesso tra immigrazione e terrorismo. Ma non si puo’ escludere nulla”. A confermare le sue parole arriva da Londra la notizia che una donna di 25 anni di Birmingham è stata arrestata all’aeroporto londinese di Heathrow appena scesa da un volo in arrivo dalla Turchia ed è stata accusata di terrorismo. Al Qaida, ha detto Obama, “e’ una sfida per il mondo intero, non solo per l’America”. La forza militare non e’ pero’ sufficiente, ha affermato il presidente americano. E’ necessario sconfiggere anche la propaganda, contrastare i terroristi che online “fanno il lavaggio del cervello” ai giovani musulmani. E il mondo islamico si deve mobilitare: “Schieratevi nella lotta contro gli estremisti”, ha detto il presidente rivolgendosi ai leader musulmani. Il Cairo però preme per una risposta muscolare. Dopo i raid aerei di lunedì e martedì, le forze egiziane hanno compiuto anche un’incursione via terra, fino a Derna, e secondo alcune fonti “hanno ucciso 155 combattenti dell’Isis e ne hanno catturati altri 55”. E all’Onu il governo egiziano insiste affinché venga quantomeno revocato l’embargo sulle armi per il governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale, cioè quello costretto ad operare da Tobruk poiché a Tripoli la fa da padrone un governo ‘parallelo’ formato dalle milizie islamiche. Una richiesta avanzata anche dallo stesso governo, tramite il ministro degli esteri Mohammad al Dairi. L’orientamento del Palazzo di Vetro sembra però diverso. Al momento la prospettiva più concreta sembra quella che prevede di concedere altro tempo al mediatore dell’Onu Bernardino Leon, considerato che un intervento militare internazionale, o anche la fornitura di altre armi ad una sola delle parti in conflitto allontanerebbe la possibilità di una soluzione “politica”. E Leon oggi ha auspicato che un’intesa possa essere raggiunta raggiunto “presto”. Le divergenze tra le parti, ha detto, “non sono insormontabili”. Ma “il tempo non è infinito, e rischia di scadere presto, pregiudicando i fragili risultati raggiunti” dalla mediazione Onu sostenuta dall’Italia, ha affermato il ministro degli esteri Paolo Gentiloni. L’Egitto non rinuncia però ad esercitare pressioni. C’è il rischio che “barconi pieni di terroristi” arrivino sulle coste italiane, ha avvertito l’ambasciatore egiziano a Londra, Nasser Kamel, mentre il premier libico Abdallah al Thani ha a sua volta affermato che membri dell’Isis e di Boko Haram hanno raggiunto o stanno raggiungendo i gruppi terroristici in Libia, che a loro volta si starebbero avvicinando al confine con la Tunisia. Una figura di spicco dell’Isis in Libia, Abu Arhim al-Libim, afferma invece che l’Isis vuole infiltrarsi sui barconi di immigrati nel Mediterraneo e attaccare le “compagnie marittime e le navi dei Crociati”, almeno stando a dei presunti ‘piani segreti’ contenuti in un documento di cui il think tank anti terrorismo Quilliam di Londra è entrato in possesso. Difficile capire se si tratti di propaganda o strategia. Di certo, ha affermato Obama, è necessario “aiutare il mondo musulmano a sviluppare dei social media che contrastino la propaganda degli estremisti su Internet”, dove “gruppi come al Qaida e l’Isis propagandano una visione della religione respinta dalla stragrande maggioranza dei musulmani”.

19 febbraio 2015

Fonte Ansa

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