Niente foto con l’eclissi. Gli oculisti avvertono: si rischia la cecità

eclissi parziale

Il rischio di fotografare l’eclissi solare senza alcuna precauzione è altissimo. La retina si può danneggiare irreversibilmente causando gravi danni agli occhi.

L’eclissi di venerdì prossimo certamente scatenerà la corsa al selfie, alla fotografia o più semplicemente stimolerà molti di noi ad alzare gli occhi verso il cielo. Benché comprensibile, questo tipo di comportamento nasconde però un serio pericolo per la salute dei nostri occhi.
Eclisse parziale
Quella del prossimo 20 marzo sarà per noi italiani e per buona parte dell’Europa soltanto un’eclissi parziale (sarà totale solo per chi vive lungo le coste dell’Atlantico settentrionale, alle Isole Faeroer o alle Isole Svalbard) e proprio questa caratteristica la renderà potenzialmente pericolosa per chi, tramite uno smartphone, una fotocamera o a occhio nudo, rivolgerà troppo a lungo lo sguardo verso il Sole. L’eclissi è un oscuramento parziale o totale del disco solare causato da un evento piuttosto raro: l’allineamento perfetto di Sole, Luna e Terra. L’ultima visibile dall’Italia si è verificata l’11 agosto 1999. Ma mentre osservare un’eclissi totale non comporta alcun rischio per gli occhi, è bene ricordare che, sebbene parzialmente oscurato, durante un’eclissi parziale il Sole continua a emettere raggi ultravioletti, infrarossi e onde radio e che una prolungata osservazione può danneggiare la retina e in alcuni casi portare alla cecità.
Maculopatia solare
Un’esposizione prolungata dell’occhio alla luce solare può causare infatti quella che viene definita cecità da eclissi o maculopatia solare. In pratica la radiazione solare va a colpire e danneggiare i fotorecettori, vale a dire i neuroni specializzati che si trovano sulla retina deputati a «tradurre» lo stimolo luminoso in informazioni per il cervello. Negli esseri umani esistono due tipi di fotorecettori: i coni e i bastoncelli.

Il pericolo è dato anche dal fatto che i danni alla retina avvengono senza alcuna sensazione dolorosa e che gli effetti sulla vista vengono avvertiti diverse ore dopo che il danno è stato provocato, mentre in principio si avverte solamente una sensazione di abbagliamento.
Come osservare l’eclissi
Sono molti i metodi diffusi nella cultura popolare per osservare un’eclissi, ma sfortunatamente sono pochi quelli che veramente offrono una seria garanzia di salute all’occhio. Tra quelli inefficaci vale la pena ricordare il vetro affumicato con una candela, indossare uno o più paia di occhiali da sole, guardare attraverso pellicole fotografiche o radiografie (le uniche pellicole fotografiche che davvero garantiscono la protezione sono quelle in bianco e nero che però prima dell’uso vanno esposte alla luce e sviluppate alla massima densità). Il Sole va osservato e fotografato utilizzando appositi filtri specifici o grazie all’uso di occhiali da saldatore con indice di protezione 14, reperibili nella maggior parte dei negozi di ferramenta.
L’eclissi in Italia
Nel nostro Paese l’eclissi sarà parziale e la copertura del disco solare varierà dal 50 per cento al Sud fino al 70 per cento al Nord e durerà all’incirca un paio d’ore. Il massimo di copertura si avrà alle 10.32 a Milano, alle 10.31 a Roma e alle 10.26 a Palermo.

19 marzo 2015

Fonte Corriere.it

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