Ubriaco, picchia due carabinieri per non sottoporsi all’etilometro

controllo“Lasciatemi stare, ho bevuto perché mi sono lasciato dalla fidanzata…”. Barcollante e in stato di grande alterazione un albanese di 25 anni, operaio, residente a Casciana Terme, ha cercato di giustificarsi con i carabinieri di Bientina che dopo averlo visto sfrecciare con la sua auto a 150 chilometri all’ora hanno cercato di fermarlo. La vettura dell’immigrato non solo viaggiava a velocità sostenuta ma andava anche a zig zag, così da fare temere il peggio.

La pattuglia dell’Arma di Bientina dopo averlo inseguito per alcune centinaia di metri ha fermato l’albanese in piazza a Bientina. Ma il giovane non voleva saperne di loro. Non voleva che sottoporsi all’etilometro e così ha cominciato ad offendere i militari. Poi ha lasciato l’auto e ha cercato di allontanarsi a piedi. E’ stato fermato poco dopo. Qui il primo “incontro” come sul ring. Il giovane ha colpito un militare gli ha fatto saltare gli occhiali. Si è poi tranquillizzato e nel frattempo a Bientina è arrivata anche una pattuglia del Radiomobile di Pontedera.

L’automobilista si è sottoposto all’etilometro che ha dimostrato le ragioni di tanta agitazione: era ubriaco. Ma a quel punto, quando il giovane ha capito di essere nei guai, ha afferrato per il collo uno dei militari. “Vi ammazzo tutti…” e altre offese fino a quando non è stato fatto salire sull’auto dei carabinieri. Qui ha colpito con un calcio al volto uno dei carabinieri, poi costretto a ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso del Lotti di Pontedera. Alla fine, non senza difficoltà, il giovane è stato arrestato. La mattina del 20 sarà processato per direttissima a Pisa, in tribunale. E accusato di minacce, violenza e resistenza a pubblico ufficiale oltre che di lesioni aggravate. I militari feriti hanno riportato lesioni con 25 e 12 giorni di prognosi. L’operaio è indagato anche per guida in stato di ebbrezza, la patente gli è stata ritirata e non la rivedrà a lungo. Al processo ha patteggiato un anno di reclusione.
di Sabrina Chiellini

Fonte Il Tirreno

Roma, 20 marzo 2015