I Carabinieri del Nas di Trento, supportati da militari dell’Arma territoriale, hanno eseguito una ventina di perquisizioni locali e personali, disposte dalla Procura di Trento nell’ambito dell’indagine “Farmalake”, nei confronti di alcuni bodybuilder frequentatori di palestre ed assuntori di sostanze anabolizzanti, sequestrando oltre 3.000 tra fiale, compresse e flaconi di pericolosi ed illeciti farmaci dopanti – per un valore complessivo sul mercato illegale di circa 250mila euro. Denunciate anche 6 persone con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata all’importazione e distribuzione di medicinali anabolizzanti, destinati a soggetti gravitanti nel mondo del body building. Le sostanze farmacologiche, sequestrate unitamente a documentazione ed apparati informatici utilizzati per l’attività illecita, contengono pericolosi principi attivi anabolizzanti (alcuni ad uso veterinario) quali gonadotropina, ormone della crescita, stanozololo, nandrolone, testosterone e tamoxifene. L’attività investigativa, iniziata nell’estate del 2014, è scaturita da altre indagini per il contrasto del fenomeno del doping per il quale il NAS trentino, sotto la direzione della stessa Procura negli ultimi anni ha arrestato complessive 31 persone per associazione a delinquere finalizzata al traffico di farmaci dopanti e sequestrato migliaia di confezioni di sostanze anabolizzanti. Gli accertamenti, che inizialmente hanno interessato i frequentatori di palestre, si sono concentrati sui praticanti le discipline sportive del body building, ed hanno consentito di individuare 4 persone che avevano costituito un sodalizio criminoso attivo nella provincia di Trento, finalizzato all’approvvigionamento di farmaci ad azione dopante. La maggior parte dei farmaci, risultati provenienti dalla Macedonia, Moldavia ed Egitto, in parte erano importati dagli indagati sia direttamente che attraverso siti internet specifici, mentre in Trentino venivano procacciati sfruttando la compiacenza di alcuni farmacisti che li cedevano senza esigenza terapeutica e pertanto al di fuori dei canali ufficiali, ovvero senza la prescrizione del medico, per distribuirli ai propri “clienti”.
Fonte 9Colonne
Roma, 27 marzo 2015