Il ddl Madia che prevede l’accorpamento con altre forze di polizia non piace Dipendenti, ambientalisti, sindacati e semplici cittadini scendono in piazza
«Giù le mani dalla Forestale», «Non vogliamo essere i nuovi agnelli sacrificali». A gridarlo a gran voce sono tanti in Piazza delle Cinque Lune a Roma. E non solo le rappresentanze sindacali e il personale del Corpo forestale dello Stato, ma anche associazioni ambientaliste e animaliste come Lipu e Legambiente, parlamentari e semplici cittadini che si oppongono con forza all’emendamento al disegno di legge sulla pubblica amministrazione (ddl Madia, ndr) che prevede l’accorpamento del Corpo ad altre forze di polizia, da domani all’esame dell’aula del Senato. «Non c’è chiarezza sul progetto del Governo che prevede lo smembramento di un Corpo di circa 200 anni che si è sempre occupato dell’ambiente, della natura, degli animali e della biodiversità», spiega Fulvio Mamone Capria, presidente della Lipu. È «paradossale che si va a toccare l’unica polizia specializzata in reati ambientali nel momento in cui si introducono nel Codice penale», gli fa eco la senatrice di Sel, Loredana De Petris. Terra dei Fuochi in Campania e Xylella fastidiosa in Puglia sono solo le ultime emergenze di cui si sta occupando la Forestale, ma gli ambiti di intervento spaziano dalla sicurezza ambientale e agroalimentare, alla tutela del territorio, alla protezione degli animali, lotta agli incendi boschivi, lotta alle eco-mafie ed agro-mafie.
«Non c’è un criterio logico nè programmazione» nel disegno di razionalizzazione delle forze di polizia all’interno del ddl Madia che ha già ricevuto l’ok della commissione Affari costituzionali del Senato, «sono ottomila gli uomini e le donne che ogni giorno si impegnano sul territorio portando la propria esperienza e conoscenza anche in zone poco accessibili e spesso trascurate- prosegue Federico Menichini, rappresentante sindacale dell’Ugl della Forestale- devono rafforzarci non accorparci. E soprattutto non devono confonderci con i migliaia di agenti forestali delle Regioni che non fanno parte del Corpo e che sono spesso al centro di scandali». Oggi «vogliamo dire un no secco a questo provvedimento di un governo eletto da nessuno che vuole far scomparire la Forestale dai boschi, dalle montagne dove operiamo tutti i giorni. Una scellerata manovra finalizzata solo ad uno spot elettorale- sottolinea Andrea Laganà, rappresentante del Snf- dove si vuole far passare questa «riorganizzazione» solo perchè siamo il Corpo più piccolo».
Sul’argomento è intervenuto anche l’ex premier Silvio Berlusconi. «Il riordino delle Forze di Polizia non può passare attraverso la soppressione del Corpo forestale dello Stato – ha detto il Cavaliere – disperdere un patrimonio di competenza così importante per la protezione dell’ambiente, dell’agricoltura e del territorio sarebbe un grave errore. È giusto eliminare le sovrapposizioni di competenze tra le varie forze dell’ordine, ma il progetto del Governo procede in modo affrettato ad accorpamenti che non garantiranno maggiore efficienza ma, anzi, rischiano di generare confusione in un settore, quale quello della polizia ambientale e agroalimentare, importantissimo per la tutela della salute dei cittadini e del nostro Made in Italy».
1 aprile 2015
Fonte IlTempo (Francesca Mariani)
ER