Parla il medico che ha salvato Michi, il ragazzo di 14 anni sopravvissuto dopo essere rimasto per 42 minuti sott’acqua in un Naviglio alle porte di Milano: “Alla madre ho detto: Michi ha una possibilità su un milione di farcela”. Il ragazzo si è salvato grazie all’acqua fredda e a un macchinario per la circolazione extracorporea, riprendendosi dopo un mese di coma.
Continua a destare scalpore la storia di Michael, Michi per mamma e papà, il ragazzino di 14 anni sopravvissuto dopo un mese di coma e dopo essere rimasto sott’acqua per 42 minuti. Un caso medico eccezionale, al limite dell’impossibile. Tanto che quando un mese fa Alberto Zangrillo, il medico a capo del reparto di Rianimazione cardio-toraco-vascolare del San Raffaele, prese in carico il ragazzo, appena tirato fuori dalle acque del Naviglio, disse alla madre: “Michi ha una possibilità su un milione di farcela ma senza sapere quale sarà l’esito. Ci lasci provare”, come riporta il Corriere della sera.
Adesso i genitori di Michi, presenti in conferenza stampa al San Raffaele accanto al dottor Zangrillo, lo ringraziano per aver deciso di tentare “un intervento a prima vista anche per noi irrazionale”, come ha spiegato Zangrillo. L’équipe da lui diretta ha infatti deciso di collegare il ragazzo a un macchinario per la circolazione extracorporea, l’Ecmo, facendo affidamento sul fatto che l’acqua fredda del Naviglio e la giovane età del ragazzo avrebbero potuto preservare i centri vitali del ragazzo. Così è stato, nonostante le condizioni limite per una ripresa dell’attività corporea – “l’immersione in acque non più calde di 5 gradi per un tempo non superiore ai 20 minuti, e in arresto cardiaco per non più di 6 minuti”, spiega Zangrillo – fossero state ampiamente superate: quando Michi si tuffò nel Naviglio quel 24 aprile, a Castelletto di Cuggiono, l’acqua era a circa 15 gradi, e il ragazzo restò per 42 interminabili minuti sott’acqua, in attesa che i soccorritori riuscissero a tirarlo fuori.
Adesso che è tutto passato il dottor Zangrillo non ha dubbi: “È la più grande soddisfazione di tutta la mia carriera professionale”. Michi, originario di Cuggiono, dopo una lenta ripresa durata circa un mese, con l’ausilio di trattamenti intensivi a sostegno alle attività di cuore, reni, fegato, ha ripreso gradualmente l’attività renale ed epatica. Ora il 14enne – ne compirà 15 a breve – è sveglio e sta bene, e tra qualche giorno inizierà la riabilitazione. Unico ricordo di quel tuffo nel Naviglio che poteva costargli la vita, è l’amputazione della gamba destra, al di sotto del ginocchio, che ha dovuto subire.
28 maggio 2015
FanPage
ER