Nella decorsa notte, alle ore 06.20 circa, equipaggi della Polizia di Stato sono stati inviati in via S. Pellico, nel c.d. Macrolotto Zero, per segnalazione di possibile tentativo di furto in atto all’interno di una ditta cinese di confezioni. Sul posto, gli Operatori, osservando con attenzione e in maniera discreta i vari capannoni industriali della strada ospitanti ditte cinesi, hanno notato che l’ingresso di uno di questi presentava uno dei vetri del portone rotti, con frammenti a terra, che lasciavano propendere per essere quella la confezione interessata dalla vicenda. Gli Operatori si sono avvicinati pertanto al portone, riuscendo a notare all’interno del capannone tre individuiche si aggiravano nell’oscurità in maniera sospetta, i quali avevano peraltro già accatastato nelle vicinanze della porta d’ingresso le numerose macchine da cucire professionali della ditta, verosimilmente per poi asportarle rapidamente con maggiore facilità.
Gli Operatori hanno deciso quindi di far ingresso nei locali agendo, tramite il vetro rotto come avevano probabilmente fatto i ladri, sul maniglione antipanico della porta, con i tre malfattori che, vistisi scoperti, si sono dati alla fuga precipitosa all’esterno del capannone, da una porta secondaria, finendo però in una corte interna senza uscita, dove venivano bloccati, messi in sicurezza e identificati per un ventitreenne residente nel locale campo nomadi di viale Marconi, per un ventenne residente in una frazione periferica di Prato e per un ventisettenne attualmente s.f.d., tutti e tre noti rom sinti pratesi con innumerevoli precedenti specifici di polizia e recidiva specifica infraquinquennale.
Trovato peraltro il ventitreenne, persona scarcerata il 25 maggio scorso e attualmente in regime di premiale di semilibertà, in possesso di una forbice e di un cacciavite, questo verosimilmente utilizzato per frantumare il vetro della porta della ditta cinese, attrezzi sequestrati sul posto dagli Agenti, si tentava senza successo di contattare il titolare cinese della confezione teatro della vicenda, per poi affidare i locali all’istituto privato che risultava aver contratto rapporto di vigilanza con la ditta, mentre i tre rom, condotti definitivamente in Questura, sono stati tratti in arresto nella flagranza dei reati di tentato furto aggravato in concorso epossesso ingiustificato di strumenti atti allo scasso.
Prato, 28 giugno 2015