Sesso e sangue al convento, le confessioni choc delle suore: “Ci facevano spogliare e…”

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Sono trascorsi 22 anni da quella notte in cui alcune suore giurarono obbedienza con il loro sangue in una cappella.  Consorelle che con quel rito promettevano devozione e fedeltà a padre Stefano Manelli, cofondatore dell’istituto religioso dei frati dell’Immacolata, istituto di diritto pontificio con sede principale a Frigento (Avellino) e vari conventi in tutto il mondo. Racconti di donne che hanno subito e che dopo anni hanno avuto la forza di raccontare. Tutto. Dichiarazioni parte di un dossier su cui indagano i pm della procura di Avellino. Si descrivono storie di presunte vessazioni, abusi, violenze, strani giri di denaro e istigazione alla prostituzione. Bugie secondo Manelli, assistito dall’avvocato Enrico Tuccillo.  L’esposto che conteneva il documento fu messo insieme dal commissario apostolico del Vaticano, padre Fidenzio Volpi e  fu presentato all’autorità giudiziaria dal legale Giuseppe Sarno dopo l’improvvisa morte di monsignor Volpi.

“Ti devi fare santa” era la parola d’ordine utilizzata secondo quei racconti (riportati dal Corriere della Sera), per convincere suore e frati ad annichilire se stessi. “Mangiavamo la cenere nei pasti e spesso lo facevamo in ginocchio – racconta un’ex suora – La sera ci frustavamo con la disciplina, uno strumento con delle punte di ferro. Mentre lo facevamo dovevamo pregare e gli schizzi di sangue imbrattavano i muri. Portavamo anche un cuore fatto con dei chiodini. Lo mettevamo a contatto con la pelle. Io mi sono anche marchiata a fuoco due volte”. Dichiarazioni su cui la pm Adriana Del Bene della procura di Avellino ha disposto indagini. Ma in procura non c’è un solo fascicolo: c’è infatti anche un’indagine per truffa aggravata e falso ideologico che ha portato al sequestro di 30 milioni di euro a due associazioni legate all’istituto. Il tribunale del riesame ha poi dissequestrato i beni ma la procura ha proposto ricorso in Cassazione e l’avvocato Sarno ha interpellato sul caso anche il tribunale civile. “Ci mandavano da alcuni benefattori molto ricchi e ci chiedevano di essere accondiscendenti. Io mi sono tirata indietro. Anche Manelli aveva modi ambigui”, ha rivelato un’altra sorella. Ambiguità raccontate anche nel dossier: “Stavo male quando facevo direzione spirituale con padre Manelli perché facendolo sembrare un fatto naturale spingeva la mia mano verso le sue parti intime”. Enrico Tuccillo, avvocato di padre Manelli, parla del suo assistito come di un perseguitato e paragona la sua vicenda a quella di figure di Santi come quella di San Pio o San Francesco.

4 novembre 2015

fonte retenews24