Per chi ha creduto che la depenalizzazione approvata venerdì scorso dal Governo fosse solo un colpo di spugna nei confronti di oltre quaranta reati, una secca smentita arriva dalle specifiche sanzioni previste dalla nuova legge. Così come per gli atti osceni in luogo pubblico, anche per gli atti contrari alla pubblica decenza il trattamento non è meno leggero: da cinque a diecimila euro in luogo della precedente ammenda di solo 258 euro (fino a un massimo di 2.582 per le violazioni più gravi).
Fare la pipì in una strada pubblica non farà scattare dunque la segnalazione, da parte della polizia, all’autorità giudiziaria, ma comporterà l’avvio di un procedimento amministrativo. Il procedimento culminerà con l’irrogazione di una sanzione notificata a casa del trasgressore, cui potrà opporsi davanti al giudice entro 30 giorni dalla notifica oppure presentando scritti difensivi alla stessa autorità amministrativa, chiedendo di essere ascoltato personalmente.
Dinanzi al giudice o all’organo amministrativo, il cittadino potrà difendersi sostenendo che il bisogno fisiologico è stato determinato da motivi di impellenza determinati dalla salute o dall’età. Ma ciò non basta: per evitare la sanzione occorre anche dimostrare di essersi appartati e aver fatto di tutto affinché nessuno potesse vedere l’atto di urinare.
Nonostante il pubblico “sentire” sia ormai abituato a chiudere un occhio dinanzi – o meglio, alle spalle – di chi svuota la propria vescica in prossimità di un albero o di una siepe, le aule dei tribunali hanno invece dimostrato, in tutti questi anni, minore indulgenza. Chi è stato pizzicato dalle autorità mentre urinava nei pressi di una piazzola dell’autostrada o in un giardino pubblico o, peggio, a ridosso di un muro di un palazzo pubblico o privato, ha sperimentato cosa significhi un giudizio penale. E, al di là delle varie archiviazioni per “fatto tenute” o delle numerose assoluzioni per prescrizione, c’è sempre stata l’ansia di un giudizio che potesse macchiare la reputazione e la rispettabilità della persona.