PROSCIOGLIMENTO GANZER: “19 ANNI SPRECATI A CARICO DI SERVITORI DELLO STATO”. INTERVISTA AD ANGELO JANNONE

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Il proscioglimento del Generale Giampaolo Ganzer ex comandante del Ros e di alcuni dei suoi collaboratori, tra cui il Colonnello Mauro Obinu (alle prese anche con il processo d’appello per la c.d. mancata cattura di Provenzano, dopo l’assoluzione in primo grado), pone una serie di interrogativi, soprattutto per il dispositivo della sentenza della Cassazione che ha dichiarato la prescrizione per tutti i reati riconoscendo la speciale attenuante della “lieve entità” dei fatti.

Abbiamo chiesto un parere al Colonnello Angelo Jannone, con un passato da ufficiale di punta del ROS e da agente under cover.

Domanda: Colonnello cosa sa succedendo?

Risposta: sta succedendo che assistiamo ancora ad una vicenda penosa che si chiude con un nulla di fatto dopo anni di processi inutilmente dispendiosi e dannosi. Il danno più grave è stato procurato alle persone coinvolte. Servitori di questo Paese come il Generale Ganzer, sottoposto per anni ad una gogna mediatico-giudiziaria. Ma anche un danno pesante alla collettività che ha perso un efficiente macchina di contrasto al crimine organizzato, con tutte le emergenze sicurezza che stiamo vivendo, generando demotivazioni ed incertezza nelle forze dell’ordine.

Domanda: la gente non comprende di cosa erano accusati i carabinieri ed i soliti noti hanno avuto gioco facile nel far credere ad una parte dell’opinione pubblica che fossero carabinieri infedeli. In realtà?

Risposta: cerco di spiegarlo in parole semplici: le nome che regolano le attività under cover nel nostro Paese sono relativamente giovani. E, come spesso accade, formulate ed interpretate male. All’inizio carabinieri o poliziotti non avevano ben chiaro cosa fosse consentito e cosa no. E superati i limiti, non vi era un eccesso colposo come per la legittima difesa, ma il reato di “traffico di droga”. Da eroi si passava ad essere considerati criminali. Ma le norme, si sa, si interpretano. Ed in questo caso erano state interpretate nel peggiore dei modi. Alcuni giornali hanno fatto il resto. La Cassazione con questa sentenza riporta alla normalità la corretta interpretazione.