Così le forze speciali russe combattono il terrorismo
Specnaz in russo significa genericamente forze speciali. In tutto il resto del mondo però indica solamente i reparti d’élite russi. Ma chi sono realmente gli Specnaz? Il loro nome è impresso nella tragedia del teatro Dubrovka di Mosca. Era il 26 ottobre del 2002. Il teatro viene lasciato nel buio più totale. Gli uomini delle forze speciali cominciano ad accerchiarlo. Il gas fentanylviene rilasciato all’interno della struttura. Alle 6 scatta il blitz. Vengono sparati i primi colpi. Il gas comincia a fare tragicamente effetto: saranno almeno 700 le persone intossicate. Il comandante del gruppo Alpha giustificò così questa azione: “Capisco che è crudele, ma quando ci sono due chilogrammi di esplosivo al plastico legato ad una persona, non vediamo nessun altro modo per renderli innocui”. L’azione viene considerata dagli esperti “tecnicamente perfetta”.
La loro storia però è avvolta nell’ombra. Durante la Seconda Guerra Mondiale vengono spediti dietro le linee naziste. Obiettivo: sabotare. Negli anni ’50 spunta per la prima volta il nome Specnaz. Il comandante sovietico Georgij Konstantinovič Žukov – determinante stratega russo durante la Seconda Guerra Mondiale – ordina la formazione di 46 unità di forze speciali: gli specnaz.
Come spiega Raimondo Caria, “gli spetsnaz provengono da ogni ambiente sociale, principalmente dalle scuole militari pubbliche o private, oltre un migliaio, che reclutano decine di migliaia di ragazzi da 7 a 18 anni, soprattutto tra i figli e gli orfani di militari. Severamente selezionati per amor di patria e affidabilità, devono possedere doti intellettuali, acrobatiche e psicologiche particolari. Ne hanno dato prova anche in una recente esercitazione dimostrativa alle porte di Mosca, davanti ai direttori dei servizi di sicurezza di mezzo mondo, che ha impressionato gli esperti di antiterrorismo per fantasia e tecniche”
25 gennaio 2016