E’ arrivata la MULTA su LIBRETTO POSTALE di risparmio. ECCO A CHI E COSA E’ SUCCESSO

librettopostale

L’Antitrust ha inflitto una multa di 540mila euro a Poste Italiane per pratiche commerciali scorrette relativamente al libretto di risparmio postale Libretto Smart. Il procedimento riguarda in particolare la campagna pubblicitaria del libretto che secondo il garante non rappresenta “in modo trasparente le reali caratteristiche dell’offerta”. Per esempio lo spot video, andato in onda tra gennaio e marzo 2015  “si compone di una sequenza delle seguenti scritte, a caratteri molto evidenti e lette dalla voce narrante, ‘libretto Smart Tasso annuo lordo 1,50%’, ‘zero spese e zero commissioni’, ‘garantito dallo stato italiano’”, rileva l’Authority sottolineando che “nella parte bassa dello schermo scorrono scritte a caratteri molto piccoli, che non risultano leggibili”.

Schemi analoghi per gli altri mezzi di diffusione della campagna. E così alla società pubblica è stata contestata “l’omissività della campagna pubblicitaria” ai sensi dell’articolo 22 del Codice del Consumo in quanto, prospettando un “tasso annuo lordo dell’1,5%” e dando particolare evidenza ad alcune caratteristiche del prodotto collegate a servizi di pagamento e alla presenza di una garanzia dello Stato Italiano, senza, al contempo, informare delle principali condizioni alle quali la remunerazione dell’1,5% fosse effettivamente concessa, “poteva non rappresentare in modo completo e veritiero le reali caratteristiche dell’offerta”. Inoltre, la circostanza che nei messaggi pubblicitari venisse, invece, data particolare evidenza, tra le numerose caratteristiche del prodotto, “a funzionalità che richiamano servizi dispositivi e di pagamento che caratterizzano conti correnti non vincolati (bonifici SEPA, carta elettronica, servizi dispositivi e informativi on line, trasferimenti facili, operazioni gratuite), poteva indurre in errore il consumatore rispetto alla natura del prodotto, che presenta in realtà caratteristiche di un prodotto vincolato, integrando per tal verso una violazione dell’articolo 21 del Codice del Consumo”.