27 GENNAIO: QUALCOSA IN PIU’ DI UNA SEMPLICE GIORNATA DELLA MEMORIA

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Il 27 gennaio non è la Giornata della memoria. E’ la giornata internazionale per commemorare le vittime della Shoah. 
In Italia ha assunto il nome di “Giornata della memoria” per non politicizzare la data e non incentrarla sugli ebrei. E’ diventata così una sorta di commemorazione di tutti gli stermini e gli orrori umani, almeno ufficiosamente, nella speranza che con questa piccola e sostanziale modifica potesse diventare un giorno che “unisca”, evitando le polemiche. 
Questo, però, è un pessimo segno. Un regalo ad antisemiti, negazionisti, antisionisti, odiatori di Israele che trasformano il 27 gennaio in una data in cui commemorare le vittime palestinesi e stigmatizzare i presunti crimini di Israele, usando la retorica dell’olocausto contro gli ebrei di oggi.

No, fissiamo i paletti: il 27 gennaio non è la giornata dei nativi americani, degli armeni o dei palestinesi. Non lo è da nessuna parte del mondo e non deve esserlo neppure in Italia.

Innanzitutto c’è una questione di fondo che rende l’olocausto degli ebrei diverso dagli altri stermini di massa: la natura “amministrativa” del genocidio. E’ l’unico caso in cui uno Stato ha definito “legalmente” lo sterminio.

Ecco perché il 27 gennaio deve essere ricordato e celebrato. Non tanto e non solo per gli ebrei, quanto per i meccanismi messi in atto rispettando in pieno i concetti di legalità. Una ignominia che non deve essere ripetuta: per questo va studiata, compresa, stigmatizzata e impressa nelle menti negli anni e nei secoli.

Non può esserci spazio per le ignobili teorie negazioniste, le manipolazioni della realtà e della verità storiche, le bugie antisemite e antisioniste. Il negazionismo va combattuto con durezza e l’istituzione e celebrazione della Giornata internazionale per commemorare le vittime dell’olocausto va in questa direzione.

Gli ebrei considerano molto intima questa ricorrenza e quasi non la vorrebbero condividere con altri non in grado di capirla. In Israele non si festeggia il 27 gennaio, ma il 27 di Nisan del calendario ebraico, che quest’anno cade il 4 maggio. E’ lo Yom HaShoah (יום השואה), data istituita da Ben Gurion nel 1953 per non dimenticare il dramma della Shoah. Vengono chiusi i teatri e i locali di divertimento, alle dieci del mattino suonano le sirene in tutto il Paese e si osservano due minuti di silenzio. Chi è in auto, frena, si ferma, spegne il motore. E dopo due minuti riparte.