La studentessa modello suicida. I pm: «Colpa dei genitori, siano processati»

rosita-kgvC-U431509067501532OD-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-593x443Maltrattamento e istigazione al suicidio. Con queste accuse la procura di Forlì ha chiesto il rinvio a giudizio del padre e della madre di Rosita Raffoni, la studentessa modello del liceo classico Morgagni (aveva una media di 9,25) che il 17 giugno 2014 si suicidò buttandosi dal tetto della scuola. I genitori della sedicenne (ne avrebbe compiuti 17 due mesi dopo) erano stati messi sotto indagine già la settimana seguente la morte della figlia, dopo che gli inquirenti avevano trovato una lettera nello zainetto e un video di 40 minuti lasciati sul tetto prima di lanciarsi nel vuoto in cui la ragazza accusava i genitori di averle reso la vita impossibile. «Chiedo perdono a tutti. Ma questo è un gesto che medito da tempo. Perdonatemi. Il mio disagio interiore è insopportabile. Mia mamma e mia padre mi hanno reso la vita impossibile. Spero che ci sia giustizia per questa mia morte. Spero che i carabinieri facciano un’indagine», aveva scritto Rosita.

La situazione all’interno della famiglia

Una situazione, quella di Rosita, che era a conoscenza dei suoi insegnanti già dai tempi delle medie che avevano notato i suoi temi cupi, dai quali traspariva una grande tristezza per i rapporti famigliari. I professori avevano cercato di parlare con i genitori ma la situazione non era cambiata. Ora però il procuratore Sergio Sottani e il pm Filippo Santangelo nella loro richiesta di rinvio a giudizio hanno chiarito le condizioni che i genitori (che hanno un altro figlio di pochi anni più grande, studente nella stessa scuola) imposero a Rosita all’interno della famiglia: la isolarono, la umiliarono, la fecero vivere in un clima di costante deprivazione affettiva e di solitudine, di totale svalutazione della personalità, affermando e dimostrandole che era una persona indegna di qualsiasi tipo di fiducia. E quando lei non ne poté più e minacciò di farla finita, la sfidarono a uccidersi, dicendole che così avrebbe risolto i suoi problemi e anche i loro.