Un dirigente della polizia egiziana che sta indagando sulla morte del ricercatore italiano Giulio Regeni è stato condannato in passato nell’ambito di un’inchiesta sulla tortura e la morte di un detenuto, secondo fonti giudiziarie e della sicurezza e documenti di tribunale visionati da Reuters.
(reuters) Il 28enne Regeni è scomparso il 25 gennaio, nel quinto anniversario della rivolta del 2011 che ha posto fine al regime trentennale del presidente Hosni Mubarak. Il suo corpo è stato ritrovato sul bordo dell’autostrada che collega Il Cairo e Alessandria il 3 febbraio. Secondo gli anatomopatologi e i magistrati egiziani Regeni è stato torturato e ucciso con un oggetto affilato che lo ha colpito alla testa.
Khaled Shalaby, attuale capo della polizia giudiziaria a Giza e uno degli investigatori nel caso Regeni, è stato accusato nel 2000 insieme ad altre tre persone della tortura e dell’omicidio di un detenuto in una stazione della polizia di Alessandria, secondo fonti gidiziarie e della sicurezza e alcuni documenti.