I bambini della Terra dei Fuochi, malati e costretti a emigrare per le cure

terra fuochiC’è chi vende casa, chi chiede aiuto ai parenti, chi fa una colletta tra i compaesani. Sono le storie di chi emigra per curarsi, di chi scappa da una terra che considera avvelenata. O semplicemente incapace di offrire la migliore assistenza sanitaria ai propri figli. Storie estrapolate dai dati dell’Annuario statistico dell’Istat che nel capitolo dedicato alla Sanità fotografa una costante e crescente migrazione di pazienti dal Sud al Centro-Nord. In fuga da una maggiore mortalità. E sono soprattutto bambini di età compresa tra 1 e 14 anni. «“I livelli più elevati di migrazione appartengono al Meridione, in particolare a Campania, Sicilia, Calabria e Puglia (rispettivamente 4,5, 4,3, 4,1 e 3,3 per mille nativi vivi)». Il focus è ancora più preciso quando si parla di Terra dei fuochi: «Un comportamento anomalo rispetto al contesto del Mezzogiorno si registra in alcune province, tra cui Napoli e Caserta dove ci sono tassi superiori alla media nazionale (rispettivamente 28,9 e 27,5 decessi per diecimila abitanti)». La maggior parte dei casi sono tumori, leucemie.

Ad essere squilibrato non è solo il rapporto pazienti/posti letto. Il numero di Linac, ossia i macchinari usati per la radioterapia, non è omogeneo su tutto il territorio. «In Lombardia il rapporto tra numero di abitanti e numero di apparecchiature è di 7,5 Linac per milione di abitanti. In Campania abbiamo 4,7 Linac per milione d’abitanti. Pertanto, risulta evidente, che un paziente in Lombardia possa essere accolto più rapidamente rispetto al paziente campano» ha denunciato Paolo Muto, dell’Istituto Tumori «Pascale» di Napoli in un recente convegno. Le statistiche dicono che nel momento in cui si riceve la conferma della diagnosi, i genitori preferiscono fare i bagagli e salire al Nord per curare i propri figli. Le motivazioni sono le più disparate ma tra queste rientrano quelle che hanno a che fare con la qualità dell’assistenza (influisce anche il rapporto con personale medico e paramedico) e la disponibilità dei posti letto.