Tutto era partito con la denuncia di Ivan Pedretti, il segretario dei pensionati della Cgil, che in un accorato post aveva invitato il governo a non fare caqssa con le vedove. Poi è arrivato Libero che ha cercato di dare un volto alle persone che in futuro potrebbero non aver più diritto alla pensione di reversibilità. E quindi il governo che vista la «malaparata» e l’imminenza della tornata elettorale ha provato a metterci una pezza. «La polemica sulle pensioni di reversibilità è totalmente infondata – evidenzia il ministro del Welfare Giuliano Poletti – C’è chi cerca facile visibilità…La proposta di legge delega lascia esplicitamente intatti tutti i trattamenti in essere». Verissimo. Ma mai smentita fu più inutile, perché nelle denunce di questi giorni nessuno ha mai parlato di trattamenti in essere, ma di quelli futuri. «…Per il futuro – continua l’ex presidente di Legacoop – non è allo studio nessun intervento sulle pensioni di reversibilità, tutto quello che la delega si propone è il superamento di sovrapposizioni e situazioni anomale». Certo, il problema è capire cosa si nasconda dietro alle parole «sovrapposizioni» e «situazioni anomale».
Il governo è sotto accusa perché con il disegno di legge delega contro la povertà vuol trasformare le pensioni di reversibilità in prestazioni assistenziali. Obiettivo? Legarle all’Isee che si basa sul reddito della famiglia (non su quello individuale) e quindi precludere l’assegno a una grossa fetta delle persone che oggi ne avrebbero diritto per fare cassa.
«Io guardo i testi – spiega a Libero il presidente della commissione Lavoro (dove è arrivato il disegno di legge) Cesare Damiano – e nei testi c’è scritto all’articolo 1 comma 1 lettera “b” che si prevede una razionalizzazione delle prestazioni di natura assistenziale, nonché di altre prestazioni anche di natura previdenziale… Nella nota tecnica poi si specificano le prestazioni e si fa riferimento alla pensione di reversibilità, all’assegno sociale, all’integrazione al minimo, alla maggiorazione sociale del minimo e all’assegno per il nucleo con tre o più figli minori…». Il ministro non la racconta giusta? «Per quello che mi riguarda basterebbe cancellare dall’articolo 1 comma 1 lettera “b” la frase “nonché di altre prestazioni anche di natura previdenziale” per evitare che ci siano equivoci». E il segretario della stessa Commissione, il leghista Roberto Simonetti, evidenzia che per il contrasto alla povertà, «nella legge di Stabilità è previsto lo stanziamento di 600 milioni per il 2016 e di 1 miliardo strutturale (cioè all’anno) a partire dal 2017».
Morale della favola: il rischio è che nelle intenzione del governo una parte più o meno grande di questa cifra debba arrivare proprio dalle pensioni di reversibilità.