‘Italia in rinnovamento strutturale’. L’economista Perrotti a tutto campo in una intervista esclusiva

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Cristiano Perrotti in oltre 20 anni di carriera professionale si è occupato di varie tematiche inerenti la gestione aziendale. Ha ricoperto incarichi nell’ambito del marketing, del project management, della comunicazione societaria e finanziaria, fino a diventare un profondo conoscitore della normativa aziendale e consulente esperto di tematiche di compliance societaria.
Attualmente è Partner della società Kompetento (prima JDP Corporate Solutions), realtà italiana che opera nel mondo della consulenza direzionale con un focus nelle attività di compliance (Privacy, modelli organizzativi “231”, antiriciclaggio e sicurezza della informazioni).
Di formazione bocconiana, a lui abbiamo chiesto un’analisi sulla situazione economica italiana.

Cristiano Perrotti, al di là di ciò che è riportato sugli organi di stampa, come valuta in generale la situazione economica italiana?
Stiamo ancora attraversando una fase di grande complessità e di profondo rinnovamento strutturale, e mai come adesso si percepiscono le difficoltà “organizzative” delle aziende italiane, soprattutto di quelle di piccole e medie dimensioni . Gli imprenditori, in particolare, e tutti gli operatori economici e sociali, in generale, fanno fatica a disegnare assetti organizzativi adeguati e a migliorare il posizionamento di mercato, anche se bisogna sottolineare che forse è proprio grazie alla profonda congiuntura economica vissuta che abbiamo evidenziato le vere carenze strutturali della nostra economia e forse capito le necessarie correzioni per porre rimedio al non corretto funzionamento degli elementi di mercato. Abbiamo cioè scoperto che inventiva e flessibilità non sono più dei fattori competitivi se non vengono accompagnati da strutture organizzative adeguate e un sistema strutturato in grado di proteggere gli elementi distintivi della nostra offerta e di stimolare una crescita di tutta l’economia italiana.
La strada da percorrere è ancora lunga e sicuramente non priva di difficoltà ed ostacoli. Sarà ancora più complessa se non riusciamo a capire la necessità, a tutti i livelli, di fare squadra e sistema. Ad oggi mancano all’appello l’adeguamento delle infrastrutture, il rinnovamento del sistema finanziario e la definizione di politiche formative che avvicinino i giovani alle vere necessità delle aziende e di tutti gli operatori di mercato.

Cosa ne pensa della gestione dei rapporti con le banche, in tempi di cosiddetto “bail in” e salvataggi a spese dei correntisti?
Gli imprenditori, soprattutto quelli di piccole dimensioni, continuano a fare un enorme fatica ad approcciare il sistema bancario e finanziario. A mio avviso manca ancora una capacità di capire le vere necessità dell’azienda “tipo” e di creare i necessari strumenti finanziari per aiutarla nelle dinamiche quotidiane e nelle scelte strategiche sul futuro. Aprire oggi una nuova iniziativa imprenditoriale (parlo ad esempio dei giovani che scelgono di coltivare una “passione” personale) rappresenta un vero percorso ad ostacoli. Nessuna struttura istituzionale di riferimento e soprattutto una assoluta mancanza di soluzioni finanziarie per supportare le fasi iniziali e di sviluppo. In sintesi si continuano a finanziarie solo le aziende consolidate o iniziative avviate da imprenditorialità in grado di fornire le necessarie garanzie, prescindendo dalla bontà delle nuove attività e ripetendo un modello di accesso al mercato creditizio che nel passato ha creato i problemi strutturali che oggi sono visibili a tutti.
Certo che da semplice lettore, esterno ed estraneo alle dinamiche in atto, sorprende (a maggior ragione se pensiamo ai recenti scandali) la assoluta impossibilità di riconvertire il sistema finanziario e di mettere mano ai meccanismi di governance e controllo di istituti di credito che sono il punto di riferimento di interi settori industriali e territori strategici a livello nazionale.