ELIO VITO: L’ITALIA CHE MOSTRA I MUSCOLI PER REGENI SI E’ DIMENTICATA DEI MARO’

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Regeni e Marò, due pesi e due misure. Sono in tanti a pensarlo, in pochi però lo dicono. Tra questi, il parlamentare di Forza Italia Elio Vito, che da ex presidente della Commissione Difesa ha seguito e tuttora segue da vicino il Caso Marò. Giusta la fermezza sul caso Regeni, ma l’Italia avrebbe dovuto mostrare i muscoli anche per gli ostaggi italiani in Libia, tra cui due uccisi, e i Marò in India. Questa è l’opinione di Elio Vito, che abbiamo intervistato in esclusiva per Sostenitori.info.

Onorevole Vito, l’Italia ha deciso di adottare la linea dura con l’Egitto per la vicenda Regeni. Cosa ne pensa?
S
ì, se così vogliamo definirla. Credo sia giusto pretendere ora dall’Egitto la verità sulla morte di Regeni, lo dobbiamo alla famiglia ma è anche una questione di dignità nazionale. Quello che invece non si è capito è cosa abbiamo fatto, se si poteva fare di più, durante le lunghe ore della scomparsa di Regeni poi tragicamente conclusasi.

Non sembra esserci coerenza tra l’atteggiamento tenuto dall’Italia con l’Egitto per Regeni e con l’India per i Marò. Secondo Lei, perché?
No, indubbiamente due atteggiamenti completamente diversi e non se ne capisco il motivo. Per assurdo non vorrei che nei confronti dei Marò sia pesato addirittura negativamente il fatto che si tratti di Militari, impegnati peraltro in una missione anti pirateria. Sarebbe molto grave e non oso pensarlo, resta il fatto che purtroppo con l’India si è avuto un atteggiamento ben diverso.

Se per i Marò l’Italia avesse adottato la stessa “linea dura” adottata per Regeni, avrebbe ottenuto risultati?
Certamente i Marò non dovevano tornare in India nelle diverse occasioni in cui questo è successo e la questione della nostra competenza andava sollevata subito presso il Tribunale internazionale.

Si è fatto un’idea sul caso Regeni? O almeno su quando si saprà la verità?
No francamente non ho un’idea precisa e mi auguro che la verità, tutta la verità, si affermi al più presto. Come per la tragica vicenda dei due italiani uccisi in Libia, con gli altri due invece e fortunatamente subito dopo liberati. Ecco vorrei che anche qui si facesse piena luce come chiedono, in questo caso inascoltati, i loro familiari.

I rapporti tra Egitto e Italia sono a rischio? E, nel caso, quali potrebbero essere le conseguenze?
Non sono rapporti ottimali e facili allo stato, direi che è comprensibile. Credo che le conseguenze maggiori ricadrebbero ovviamente sull’Egitto la cui credibilità internazionale rischia di essere gravemente compromessa.

Lei cosa ne pensa dell’Egitto di Al Sisi, al di là della vicenda Regeni?
Io credo che in tutti questi Paesi, nei Paesi di quell’area ci sia un gran bisogno che vi sia stabilità ed affidabilità politica ed istituzionale, ma credo anche che non vi sia una situazione di piena democrazia e pieno rispetto dei diritti umani, nelle forme e nei modi con i quali li intendiamo in Occidente.

Torniamo ai Marò. A che punto siamo? Ci sono novità sul possibile ritorno in Italia di Salvatore Girone?
Per quanto riguarda la vicenda dei Marò siamo in attesa che il tribunale internazionale de L’Aia, al quale il governo Renzi si è rivolto con grave ritardo, si pronunci nelle prossime settimane, con separate decisioni credo, sia per stabilire che Latorre possa restare in Italia sia se Girone possa finalmente tornarci dopo quattro anni! In attesa poi di decidere nel 2018 se la competenza sul caso è italiana o indiana.

 

Roma, 13 aprile 2016

Riccardo Ghezzi