Adesso che Davigo è capo dell’Anm posso smettere di comprare Topolino

Passa appena un giorno, e il 9 aprile Piercamillo Davigo diventa presidente dell’Anm. Ora, devo confessare che Davigo ha da sempre, ai miei occhi, il fascino degli eroi dell’infanzia. Sarà per quel suo bel faccione da bebé, tra Elmer Fudd e Ciccio di Nonna Papera; sarà perché l’anno scorso ha aderito alla Disneyland politica della “Notte dell’Onestà” grillina; sarà perché il suo epiteto di Dottor Sottile, fatte salve le competenze giuridiche, riesco a spiegarmelo solo in una logica da fumetto, la stessa per cui, poniamo, un camionista di tre quintali è soprannominato lo Smilzo. La visione del mondo di Davigo, ribadita in mille apparizioni televisive, non mi pare proprio un esempio di sottigliezza: è quella del magistrato come buon padre di famiglia che dà uno scappellotto al figlio che ha rubato la marmellata. Più o meno la stessa filosofia di una canzone che ascoltavo da bambino, Johnny Bassotto (“Che poliziotto Johnny Bassotto, con le manette arresta la tua fantasia; ti fa svegliare e confessare tutto quel che hai combinato, tu da solo o in compagnia”; e ha anche “un pappagallo che gli fa da radiospia”).

Davigo d’altronde è uomo di spirito, e un paio d’anni fa, nella prefazione a un libro di Enzo Beretta, “Favole alla sbarra. Processo ai buoni e ai cattivi dei cartoni animati”, si chiedeva: “Che ne sarà di soggetti come il Gatto e la Volpe? E la condotta del Grillo parlante è lineare? In Biancaneve i sette nani sono simpatici, ma bisognerà pure porsi delle domande sulla liceità della costruzione della loro casetta nel bosco”. Ora che Davigo è presidente dell’Anm, il dibattito sulla giustizia riguadagnerà la magia dei fumetti. Già gli ho sentito dire che lo scontro tra magistratura e politica finirà quando i politici smetteranno di rubare, che in fondo un’intercettazione è come una chiacchierata in un bar, che solo chi ha la coscienza sporca scappa alla vista della polizia, che chi non ha nulla da nascondere non teme di essere intercettato, che “male non fare paura non avere”. E siamo solo al 13 aprile. Potrò smettere di comprare Topolino.

 

Roma, 17 aprile 2016

fonte IlFoglio