La traduzione di questo ragionamento è semplice. Non significa allearsi alle elezioni con Renzi (a meno che il referendum di ottobre non vada male per il premier, allora lì…). Significa piuttosto rimettere insieme i cocci del centrodestra così detto moderato anche per essere pronti un domani, persino in una prossima legislatura, a collaborare da una posizione di forza con il segretario del Pd.
Berlusconi, naturalmente, sogna di vincere e di costruire un centrodestra sul modello milanese. Ma se un domani la scelta dovesse essere tra Renzi e Grillo, o persino tra un Renzi e un Salvini, il laboratorio romano potrebbe diventare qualcosa di più di una semplice e casuale svolta stracittadina. Comunque andranno a finire le elezioni, c’è un nuovo schema di gioco a Roma: il patto del Nazareno non si vede ma lo spirito c’è, e resterà.
Roma, 1 maggio 2016
fonte IlFoglio