Un altro taglio delle tasse a spese dei contribuenti. È questa la sostanza dell’ annuncio fatto mercoledì da Matteo Renzi sulla possibile abolizione del bollo auto.
L’ idea non sarebbe il semplice azzeramento del poco amato balzello, ma lo spostamento del gettito da una voce all’ altra del comparto tributario, nel caso specifica sull’ accisa che grava sui carburanti. Come ha spiegato lo stesso presidente del Consiglio, si tratta di «far pagare solo chi usa, consuma, inquina». Un concetto semplice, che diventa esplosivo se applicato alla realtà dei numeri e dei fatti. La massa da spostare è di 6 miliardi di euro e dovrebbe essere caricata su un gettito complessivo delle tasse sulla benzina che nel 2015 si è attestato a 35 miliardi. Per compensare le mancate entrate del bollo bisognerebbe aumentare l’ accisa di 16 centesimi al litro.
Un balzello che si andrebbe ad aggiungere ad una selva di imposte (introdotte a partire dal 1935 e mai cancellate) che già paghiamo quando andiamo il distributore. Attualmente, compresa l’ Iva, il peso del fisco è a quota 50 centesimi al litro.