La Grecia approva le misure di austerità: scontri davanti al Parlamento

La Grecia piomba nuovamente nell’incubo. Nella notte il parlamento ha approvato la riforma pensionistica e fiscale con cui il governo spera di adempiere gli impegni con i creditori internazionali

Le misure di austerità ricevono il via libera, tra scontri e proteste, alla vigilia del vertice dell’Eurogruppo. La maggioranza, formata da Syriza e Greci indipendenti (Anel), ha tenuto ed è riuscita ad approvare le riforme dell’esecutivo con 153 voti a favore e 143 contrari. Ma il Paese è devastato dallo scontento per un pacchetto di riforme dettato da Bruxelles che rischia di impoverire ulteriormente i cittadini.

All’interno del nuovo pacchetto legislativo il governo ha fatto convogliare la riforma delle pensioni e la riforma delle imposte dirette e indirette. Le nuove misure dovrebbero, inoltre, permettere di risparmiare 5,4 miliardi di euro all’anno per raggiungere nel 2018 un surplus primario pari al 3,5% del pil, come previsto dal terzo programma di salvataggio firmato da Atene in estate con i creditori internazionali.

“Siamo impegnati a riformare il sistema pensionistico senza ridurre le pensioni principali – ha dichiarato il premier Alexis Tsipras parlando in parlamento – l sistema aveva bisogno di una riforma perchè è troppo complesso, socialmente ingiusto e clientelare. E non corrisponde allo Stato finanziario del Paese”. Il primo ministro ha sottolineato che il sistema a partire da oggi sarà “sostenibile senza toccare le pensioni principali” e ha promesso che “a più di due milioni di pensionati non verrà tolto un solo euro dalla pensione”.

Il leader del Syriza al governo si è, quindi, difeso dalle accuse del principale partito di opposizione, Nuova Democrazia, che ha guidato il Paese dal 2012 al 2015, ribadendo che coloro che ora li accusano di imporre “uno tsunami di imposte”, hanno approvato “tasse e tagli per un valore di 63 miliardi di euro tra 2010 e il 2013.