Paolo Brosio dopo il delicatissimo Intervento Chirurgico lascia un post che commuove tutti

CRONACA DI UNA GIORNATA DI PASSIONE
Riflessioni a cuore aperto di Paolo Brosio subito dopo l’intervento chirurgico

Cari amici, oggi per me è stata una prova difficile nel giorno dell’anniversario della Madonna di Fatima, che mi ha sostenuto insieme a Padre Pio.
Sono molto stanco e un po’ provato dall’intervento chirurgico alla gamba destra, dove mi hanno sostituito l’acetabolo, la testa del femore e l’ultima parte del femore prima della testa.

E’ stato fatto un impianto di titanio e ceramica, ma date le condizioni estremamente critiche dell’acetabolo e della testa del femore, l’intervento che oggi, grazie ai progressi della scienza medica, si fa in maniera ordinaria e senza grandi difficoltà, stavolta è durato un po’ di più a causa delle condizioni precarie delle mie ossa per il tanto sport che ho praticato sin da ragazzo, specialmente per il calcio e il tennis da me molto amati insieme alla bicicletta da corsa e alla maratona.

Una piccola riflessione: lo sport è bello ma quando è agonistico, poi si finisce per pagare pegno!
Così stamani ho espiato un po’ dei peccati e colpe della mia vita!

Devo ringraziare tanto l’equipe medica del San Camillo di Forte dei Marmi: il direttore generale Alessandro Lombrano, il direttore sanitario professor Pierpaolo Vescovi, il dott. Giancarlo Coari, direttore di tutto il reparto di ortopedia chirurgica, il dott. Alessandro Tripodo, che ha eseguito dal primo all’ultimo minuto l’intervento insieme ad una mia carissima amica chirurgo-ortopedico, la dottoressa Erika Gori, già medico alla clinica universitaria di ortopedia dell’ospedale di Pisa.

Grande professionalità anche da parte del dott. Alessandro Tartarelli responsabile dell’anestesia, che è stata effettuata in via epidurale, cioè dal fondoschiena in giù.

Quindi potete immaginare…ho sentito tutto: martellate, seghe elettriche che partivano a cento allora, odore di ossa bruciate, sangue che veniva riciclato con un macchina speciale. Per usare una metafora delle trasmissioni che ho fatto a Linea Verde con lo chef Vissani, mi sono sentito e mi sento tuttora come uno di quei polli e di quei conigli che vengono disossati e poi legati con lo spago ed infilati con la salvia e le bacche, pronti per la grigliata finale.