Strisce blu: per chiedere il pagamento i Comuni devono far causa

Il codice di procedura civile prevede uno strumento più rapido per il recupero dei crediti che è il decreto ingiuntivo. Esso però richiede una prova scritta dell’inadempimento da parte del debitore, prova che, nel caso delle contravvenzioni, potrebbe tutt’al più essere la dichiarazione scritta fatta dal vigile che ha constato la violazione e il superamento dell’orario di sosta. Senonché, le multe sulle strisce blu vengono demandate non già ai comuni poliziotti, ma agli ausiliari del traffico i quali, invece, per pacifica giurisprudenza, non sono pubblici ufficiali. Essi, quindi, non hanno il potere di certificare la violazione dell’automobilista. L’eventuale dichiarazione scritta dell’ausiliare, quindi, non potrebbe essere utilizzata per la richiesta del decreto ingiuntivo.

Risultato: al Comune non resta che attivare una normale causa civile, con tutti i costi che essa comporta e i tempi estremamente dilatati, posta la necessità del rispetto dei termini processuali previsti dal codice di procedura. È chiaro che un procedimento del genere potrebbe risultare del tutto antieconomico anche se gestito in via massiva contro centinaia di violazioni.

Insomma, a quanto sembra i Comuni hanno le mani legate. E se non interverranno con una regolamentazione interna, gli automobilisti potranno continuare a utilizzare le strisce blu pagando il minimo indispensabile (quello, cioè, per il primo ticket).

Roma, 19 maggio 2016
fonte laleggepertutti