ALLUVIONE A FIRENZE? ECCO QUALI SAREBBERO GLI EFFETTI CHOC. IL RAPPORTO CHE FA TREMARE

“L’ITSC desidera ribadire” esordisce il dossier del comitato tecnico internazionale, che “Firenze rimane ad elevato rischio di alluvione e che questo rischio cresce ogni giorno. Il problema non è se un’alluvione di pari entità o superiore a quella del 1966 colpirà ancora la città di Firenze, ma quando ciò accadrà”. Ecco cosa si nota della struttura degli argini: “ Il livello di protezione attuale non assicura una riduzione del rischio di inondazione a livelli commisurati al valore di una città quale Firenze, permanendo una forte esposizione che risulta inaccettabile, sia per il rischio di perdite di vite umane sia per il valore dei tesori d’arte che la città ospita”. L’Itsc ricorre a un aggettivo senza attenuanti riferito alle possibili conseguenze di un’eventuale nuova alluvione: “catastrofiche”. Nelle conclusioni del rapporto consegnato si sottolinea come la popolazione di Firenze dagli anni ’70 in poi sia diminuita, ma come, al contrario, “la densità di insediamento nelle aree a rischio è cresciuta”. E dunque “se, in queste condizioni, un evento del tipo di quello del 1966 dovesse accadere di nuovo, le conseguenze per le vite umane, il patrimonio artistico, gli immobili e le infrastrutture sarebbero ben più catastrofiche di quelle che si realizzarono nel 1966”. Essendo comunque anche cresciuta la città come polo di attrazione turistica “è inoltre importante essere consapevoli del fatto che i tempi e le risorse che sarebbero necessari alla città per superare lo shock di un’altra alluvione sarebbero molto maggiori rispetto al passato e pertanto il danno economico per la città perdurerebbe a lungo”. Il comitato cita quanto era stato previsto dal “Piano riduzione del rischio idraulico” del ’99, in cui si indicava che “per raggiungere sufficiente protezione da un evento alluvionale quale quello del 1966 potrebbe essere necessario invasare nel bacino del Fiume Arno un volume dell’ordine di 350- 400 milioni di m3, di cui circa 200 milioni di m3 a monte di Firenze”.