E, cosa non trascurabile dal punto di vista dell’immagine dell’Italia nel mondo, sarebbe un segnale chiaro e forte verso l’India ma anche, e soprattutto, verso i giudici internazionali che decideranno nell’arbitrato della Corte dell’Aja, che di fronte ad un atteggiamento dimesso e quasi ad occhi bassi del Governo italiano su questa vicenda potrebbero mal interpretare la cosa quasi come una inespressa ammissione di colpa da parte nostra.
Il 2 giugno, quindi caro Renzi, siamo pure disposti ad accettare che tu ti metta in testa le piume più sgargianti sul cappello: purché quando passeranno Latorre e Girone, in testa alle nostre Forze armate in parata d’onore, qual cappello vada giù con rispetto.
Roma, 27 maggio 2016
Alessandro Amadeus Pecora