Oltre 13mila disperati in salvo, 65 vittime accertate tra cui anche 3 neonati e centinaia di dispersi, uomini, donne e bambini finiti inesorabilmente in fondo al Mediterraneo. La settimana che si sta per chiudere conferma, purtroppo, quanto ormai da mesi vanno ripetendo gli esperti: sarà un’estate difficile e senza un intervento concreto dell’Europa sull’Africa non si riuscirà ad arginare il flusso immenso di migranti che dalla Libia – e nelle ultime settimane anche dall’Egitto – tentano di raggiungere le coste italiane.
E si continueranno a contare i morti nel canale di Sicilia.
I numeri degli ultimi sei giorni sono impressionanti, non tanto in assoluto – i dati del 2016 sono allineati con quelli dello stesso periodo del 2015 ribadiscono al Viminale – quanto per l’intensità delle partenze: nell’ultima settimana sono salpati da Sabratha, Zuwara e dalle spiagge vicino Tripoli, a distanza di poche ore l’uno dall’altro, almeno una settantina di gommoni e una decina di barconi stracolmi.
Vuol dire più di 15 al giorno, con un rallentamento nella giornata di oggi quando la centrale operativa della Guardia Costiera è dovuta intervenire solo su 4 richieste di soccorso. Significa chiaramente che il fantomatico governo di Sarraj non ha al momento alcuna autorità e non riesce minimamente a controllare i trafficanti di uomini.