Per i giornalisti, Difesa off limits

Raccontare ciò che fanno le forze armate italiane? Un’impresa.
Secondo quanto riporta il Fatto Quotidiano, in un pezzo uscito ieri a firma di Antonio Massari, per Palazzo Chigi “scrivere un articolo equivale a esercitare un’azione popolare inammissibile sulla trasparenza amministrativa”. Il riferimento va alla richiesta di delucidazioni del cronista riguardo ai presunti doni da parte del Kuwait di due gioielli e un Rolex tempestato di brillanti al ministro della Pinotti e alle sue due figlie in seguito all’accordo firmato da quel Paese e Finmeccanica per l’acquisto di 28 Eurofighter. Il giornalista si è allora rivolto al portavoce del ministro, il quale non ha neanche risposto alla domanda.

In realtà, la chiusura pressoché totale della comunicazione in ambito Difesa si nota su più fronti. Prima di tutto l’off limits dei teatri operativi (quali l’Afghanistan) ai giornalisti che non possano permettersi di pagarsi un volo (e oggi la maggior parte dei cronisti è freelance) che consente solo alle grandi testate, quali la Rai, tv pubblica, di poter accedere a certi ambienti, a far venire il dubbio.

Un tempo esistevano i mediatour, viaggi organizzati dallo Stato Maggiore, a bordo di velivoli militari, sui quali viaggiavano come embedded i giornalisti inviati dalle varie testate. Per queste attività venivano utilizzati gli stessi voli usati dai militari per raggiungere le varie missioni all’estero, quindi senza alcun aggravio di costi. Oggi, chi vuole volare su un volo di Stato, deve pagare. Niente da eccepire, ma se si toglie il mezzo di trasporto, con la crisi economica che ha quasi ucciso le testate nazionali, è ben difficile che gli inviati di un tempo possano permettersi il biglietto.

Ergo: ciò che accade nelle missioni all’estero è alla portata solo di alcuni.
Stessa cosa che accade nel corso di manifestazioni militari organizzate dalle varie forze armate. I giornalisti accreditati per il cambio di comando del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, a fine marzo scorso, si sono trovati a palazzo Am senza mezzi di trasporto. Voci di corridoio dicono che i pullman previsti sono stati vietati all’ultimo momento proprio dall’ufficio comunicazione del ministro. Così, gli ufficiali di pubblica informazione dell’Aeronautica, hanno dovuto munirsi di pazienza e accompagnare i giornalisti con le proprie auto.