L’Europa è in guerra ma non è pronta, non ha gli anticorpi e non si ritiene all’altezza. Anni e anni di generazioni indebolite e assuefatte hanno plasmato una società che si ribella ai suoi stessi valori ma è incapace di combattere.
Spesso si fa ironia sui mezzi utilizzati dall’occidente per combattere il terrorismo islamico: gessetti colorati, hashtag, flash mob, foto listate a lutto sui social network, appelli alla moderazione e attenzione particolare a non nutrire sentimenti xenofobi. Ad ogni attentato di matrice islamista la preoccupazione principale è rivolta alla presunta crescita dei movimenti populisti occidentali. E spunta quella parolina magica, islamofobia.
In Italia, negli ultimi 30 anni, si può registrare qualche episodio di intolleranza, attentati o aggressioni, di matrice islamofoba. Peraltro i più importanti compiuti da una sola persona, sempre la stessa, quel Roberto Sandalo ex militante dell’organizzazione Prima Linea.
Questo per dire che l’islamofobia non ha mai ucciso, in Italia come in Europa, eppure nella mentalità degli intellettuali e dei media occidentali sembra il principale pericolo da combattere.
La dura vita dei musulmani occidentalizzati
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