Mi chiamo Francesco, risolvo problemi

Fin qui la notizia.
Ma, come sempre ormai avviene, le iniziative di papa Bergoglio suscitano perplessità se non veri e propri malumori tra i cattolici, che in numero sempre maggiore cominciano a temere un disegno per diluire la Chiesa cattolica in un calderone mondialista, dove le religioni dovrebbero tendere sempre più ad assomigliarsi fino a diventare, un giorno, una sola grande religione mondiale che si occuperà solo di beneficenza, diritti civili, lotta alla fame, ecologia. Una religione dove Gesù Cristo sarà solo un grande profeta, come Maometto o come Isaia, e si parlerà solo di pace e amore.

Una grande onlus mondiale, insomma, che dovrebbe prendere il posto delle Nazioni Unite, mentre pochissimi leaders politici mondiali provvederebbero ad abolire la democrazia per una più efficiente oligarchia, dove loro si prenderebbero il “pesante fardello” di decidere per tutti i popoli della Terra.
Possiamo dire che in un certo senso che il primo profeta di questa “nuova chiesa” sia stato il cantautore Jovanotti, che qualche anno fa scrisse una famosa canzone intitolata “Io penso positivo” nella quale cantava:

“Io credo che a questo mondo
esista solo una grande chiesa
che passa da CHE GUEVARA
e arriva fino a MADRE TERESA
passando da MALC0LM X attraverso
GANDHI e SAN PATRIGNANO
arriva da un prete in periferia
che va avanti nonostante il Vaticano”.

Ecco, tra molti cattolici serpeggia da un paio d’anni a questa parte un brivido di freddo lungo la schiena ogni volta che papa Bergoglio li spiazza e li manda in confusione dottrinale e pastorale, come quando di recente ha nominato direttore dell’edizione argentina dell’Osservatore Romano, organo ufficiale della Santa Sede, Marcelo Figueroa, di religione evangelica protestante, o come quando dichiara ai giornalisti che non esiste un Dio cattolico, o ancora che tutte le religioni sono per la pace, e non esistono guerre di religione, o che “Non è giusto né vero parlare di Islam violento e di terrorismo islamico, allora dovrei parlare anche di cattolici violenti”, o come quando prima tuona contro le grandi multinazionali “che saccheggiano la Terra e creano la povertà con lo sfruttamento”, e poi riceve in Vaticano con onori degni di un capo di Stato alcuni tra gli uomini, le donne ed i gay più potenti e ricchi del mondo, come ieri Mark Zuckeberg, padrone di quel Facebook che negli standard della community prevede la possibilità di bestemmiare impunemente e di creare gruppi di odio contro i cristiani, o Tim Cook, amministratore delegato della Apple, che non ha fatto mistero di aver messo nelle mani di Francesco un’elargizione, o Christine Lagarde, ricevuta in Vaticano lo scorso 18 gennaio, riconfermata in febbraio alla testa del Fondo Monetario Internazionale, o ancora il celebre attore di Hollywood Leonardo Di Caprio, che nel filmato dell’incontro si vede consegnare al papa una busta, con un assegno “per opere di carità vicine al suo cuore”; sette giorni prima dell’udienza con Tim Cook della Apple, papa Bergoglio aveva ricevuto il numero uno di Google, Eric Schmidt, accompagnato dal capo di Google Ideas, Jared Cohen, anch’essi con una loro fondazione impegnata sui fronti della povertà, dell’energia e dell’ambiente, il cui imperativo è “Don’t be evil”, non essere malvagio.