RENZI E’ SOLO UN “GALLO ‘NCOPPA ‘A MUNNEZZA”

Renzi nel l suo pollaio in cui non ha neanche più bisogno di salire “ ‘ncoppa ‘a munnezza”, visto che intorno a lui si intravedono – politicamente parlando, ovviamente – solo animali che strisciano, o che tutt’al più sono di taglia nana. Nel PD ormai lui giganteggia, pur essendo di altezza assolutamente normale, e può lanciare i suoi diktat anche da seduto, tanto nessuno potrebbe sovrastarlo.

Il caso ha voluto però, con una serie di circostanze concatenate tra loro in maniera incredibile, ma non casuale, che nel periodo storico in cui ha lanciato la sua OPA sul Partito Democratico tutto intorno a lui si riducesse in briciole, anche la parte politica storicamente antagonista al PD, esploso in tanti pezzetti mentre Berlusconi cadeva sotto i colpi di un ormai storicamente evidente complotto internazionale.

Il PD è imploso durante la sua resistibile ascesa, il centrodestra è esploso… L’unica variabile impazzita, imprevista ed enormemente sottostimata, era quel nuovo soggetto politico che era nato dai “Vaffa Day” di Beppe Grillo, e che si era alimentato sottotraccia di bit nella Rete e di buona parte del solito popolino – massimamente decerebrato – dei malpancisti, dei falliti, degli incapaci, degli invidiosi, che ad ogni elezione o non va a votare o se lo fa vota solo per dispetto.

Nacque così, proprio a fianco al pollaio di Renzi, un altro pollaio: il pollaio del Grillo. Un pollaio fastidiosissimo per il gallo Matteo, perché lo costringeva ad arrampicarsi di nuovo ‘ncoppa ‘a munnezza per tentare di lanciare più alto il suo chicchirichì. E salendo rischiava di cadere, di farsi male.

Un brutto ruzzolone stava veramente per prenderlo, il gallo Matteo, alle scorse elezioni amministrative, e se non fosse stato per la mancanza di umiltà e di intelligenza tattica di Beppe Grillo, specialmente a Milano, oggi starebbe già a muso in giù e con le ossa rotte. Ancora una volta l’ha salvato la sua fortuna di vincere per assenza degli altri: ed in questo caso l’assenza drammaticamente determinante è stata quella di Gianroberto Casaleggio, che certamente avrebbe capito l’enorme opportunità per far crollare il cumulo di munnezza su cui siedeva Renzi, per azzerare tutto e ricominciare una nuova stagione politica in Italia. Ma purtroppo Casaleggio non è vissuto abbastanza, e Grillo è solo un grosso megafono che senza autori resterebbe grottescamente silenzioso anche sul palcoscenico dove fa il comico.