Trent’anni fa veniva Enzo Tortora veniva scagionato con formula piena da infamanti accuse.
Oggi è il 15 settembre 2016. Esattamente trent’anni fa, il 15 settembre del 1986, Enzo Tortora venne assolto con formula piena dalla Corte d’Appello di Napoli, assoluzione confermata dalla Cassazione il 13 giugno del 1987, dalle infamanti accuse che gli furono mosse qualche anno prima, nel 1983. Enzo Tortora non è un camorrista, ci siamo sbagliati.
Enzo Tortora fu arrestato, in piena notte, il 17 giugno 1983, su mandato spiccato dalla Procura di Napoli. Traffico di sostanze stupefacenti e associazione di stampo camorristico, le accuse contestategli, mosse da due pentiti: Pasquale Barra e Giovanni Pandico. Il processo che seguì il clamoroso arresto si basò tutto sulle dichiarazioni di pentiti. Un vero e proprio processo indiziario, che non aveva alcuna prova a supporto del teorema accusatorio plasmato dal pubblico ministero titolare del caso, Diego Marmo. “Io non sono innocente. Io sono estraneo”, continuava a ripetere Tortora, durante i mesi trascorsi in galera e per tutti gli anni a seguire. Per molti anni pochi gli credettero. Enzo Tortora perse il lavoro, fu allontanato dalla Rai, molti colleghi lo rinnegarono, molti giornalisti scrissero in lungo e in largo della sua presunta colpevolezza, colpevolezza che pensavano fosse provata dall’arresto effettuato in piena notte. “Se uno viene preso in piena notte, qualcosa avrà fatto”, dichiarò la giornalista Camilla Cederna.
Due anni dopo il sensazionalistico arresto, il 7 dicembre del 1985, Enzo Tortora fu condannato a dieci anni e sei mesi di carcere. Venne definito “cinico mercante di morte” e individuo socialmente pericoloso dai magistrati. Meno di un anno dopo, il quadro probatorio viene ribaltato e Tortora viene assolto.