In questi giorni, casomai non ve ne foste accorti, sono ricominciate le scuole. Non bastasse il calendario, ci hanno pensato le strade intasate delle nostre città a ricordarcelo. E quelle – altrettanto congestionate – di Facebook.
Già. Di questi tempi, il portale dell’amicizia è tutto un pullulare di foto di bambini al loro primo giorno di scuola. Ben pettinati, ben vestiti, con lo zainetto in spalla e il sorriso timido di chi si chiede perché mai dall’altra parte dell’obiettivo ci sia tutta questa eccitazione, i figli della prima generazione di genitori iscritti a Facebook ci ricordano che le emozioni più vive, ormai, passano dai social network.
“Solo ieri ti vedevo nascere ed eccoti già in prima elementare”, sembra essere lo slogan preferito dai genitori digitali, quasi a ricordarci che tutto il nostro album dei ricordi è ormai di dominio pubblico. Ci piace, a giudicare dal numero di Like che vengono totalizzati in queste occasioni. Ma piacerà anche ai nostri figli?
Il problema è tutto quello che queste foto possono rivelare, al di là delle emozioni. Il contesto, per esempio. Nascosti (ma neanche troppo) fra gli scatti postati in questi giorni dagli amici genitori vediamo comparire tutti quegli elementi che rimandano ai luoghi frequentati dai bambini: il cancello di una scuola materna (con tanto di targa), l’inconfondibile scalinata di un’elementare del centro città, i futuri compagni di banco, c’è persino chi non ha resistito e ha fatto il check-in del posto.
Le sfere più intime (amici stretti, familiari, parenti) probabilmente sono già al corrente di tutto, ma tutti gli altri? Siamo davvero sicuri di voler far sapere agli amici con la