Giulia, massacrata dal marito medico che andava in tv e alle serate contro il femminicidio

Matteo Cagnoni, il brillante dermatologo della tv accusato di aver ucciso a bastonate la moglie quarantenne Giulia Ballestri nella vecchia villa di famiglia a Ravenna, aveva partecipato a un evento contro il femminicidio. Ricco, corteggiato ospite dei salotti televisivi (è apparso nella trasmissione “Sottovoce” di Matteo Maruzullo) discendente di una nota famiglia di armatori ravvenate, Cagnoni è ora in stato di fermo con l’accusa di omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere. “Fu lui a contattarci perché avrebbe voluto organizzare un evento che potesse aiutare Linea Rosa – ha detto nell’intervista pubblicata da il Resto del Carlino Alessandra Bagnara, presidente dell’associazione – E infatti il ricavato della serata fu devoluto all’associazione. Ci furono diversi incontri preparatori, e la moglie veniva sempre insieme a lui”. Un particolare che colpisce nel quadro di uno dei delitti più cruenti negli ultimi anni. Giulia Ballestri è stata massacrata a colpi di bastone sul volto: almeno quattro. È stata trovata seminuda nello scantinato della vecchia casa di famiglia del marito. Secondo gli inquirenti è stata trascinata dal primo piano al seminterrato ancora viva.

Il ritrovamento

La quarantenne è stata trovata morta la mattina del 19 settembre 2016 nella villa disabitata dei Cagnotto in via Padre Genocchi alla periferia in via di Ravenna. Indosso solo un reggiseno, il volto ridotto a una maschera di sangue, è stata ritrovata dalla polizia nello scantinato della lussuosa casa abbandonata. L’ora della morte, secondo i consulenti, si può collocare entro una finestra di 72 ore dal ritrovamento. Per il procuratore di Ravenna, Alessandro Mancini, a capo delle indagini si è trattato di un delitto commesso con “estrema violenza”.

La fuga
Dopo la scoperta sono iniziate immediatamente le indagini della Squadra mobile, ma Matteo Cagnotto era irreperibile. Il dermatologo aveva preso con sé i tre figli ed era andato a Firenze, a casa del padre, docente universitario di medicina, dove probabilmente aveva intenzione di trascorrere il tempo necessario a organizzare una fuga all’estero (in una giacca gli investigatori hanno trovato una grossa somma di denaro, il suo passaporto e quelli dei bimbi). Gli agenti lo hanno intercettato mentre cercava di scappare dalla finestra dell’abitazione paterna di notte, probabilmente dopo aver visto l’auto della polizia dalle telecamere di sorveglianza. L’uomo è riuscito comunque ad allontanarsi arrivando all’argine di un torrente, dove un agente ha cercato di acciuffarlo trattenendolo per la camicia. Cagnoni è riuscito a sottrarsi e scappare, ma è stato fermato due ore dopo a casa dove pensava di potersi rifugiare.