Tumore orofaringeo, il sesso orale
fa crescere il rischio del 22 per cento
Uno studio americano quantifica le maggiori possibilità di esporsi a un rischio tumorale attraverso questa pratica. Protagonista dell’analisi statistica il noto papilloma virus
Nel mondo ogni anno 500mila persone subiscono una diagnosi di tumore al cavo orale, ma la percentuale è in netto aumento. Tra le categorie a rischio non ci sono solo accaniti fumatori e bevitori, ma anche coloro che hanno rapporti orali. Il sesso orale viene infatti chiamato in causa da questo ennesimo studio che ne mette in luce i rischi, quantificando con precisione e per la prima volta i pericoli a cui espone.
Percentuali precise
Da tempo è noto che i rapporti orali contribuiscono ad aumentare il rischio di tumore, ma l’ultima ricerca in questa direzione, promossa dall’Albert Einstein College of Medicine di New York e pubblicata su Jama Oncology, quantifica direttamente questo legame, chiamando in causa il papilloma virus (HPV), responsabile di una larga parte dei tumori orofaringei. La ricerca parla delle maggiori possibilità di ammalarsi di cancro attraverso questa pratica sessuale che sostanzialmente costituirebbe una sorta di autostrada per il virus, trasportandolo dall’utero alla bocca. La bocca, a livello cellulare, è infatti molto simile alla vagina e alla cervice e tutte e tre presentano mucose con una struttura che costituisce il target ideale di due tipi di HPV, il 16 e il 18. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha infatti confermato l’evidenza oncogena per 12 tipi di HPV e si stima in particolare che HPV 16 e HPV 18 siano responsabili di oltre il 70 per cento dei casi tumorali. Lo studio americano è il primo a dimostrare che la presenza del papilloma virus nel cavo orale porta allo sviluppo del tumore orofaringeo e sostiene che il rischio di sviluppare un tumore è 22 volte superiore per chi ha questo virus rispetto a chi non lo ha.
Papilloma virus
L’infezione da papilloma virus (HPV) gioca un ruolo cruciale nello sviluppo del tumore della cervice uterina e oggi si ritiene che svolga un ruolo importante anche nell’eziopatogenesi dei tumori del cavo orale e dell’orofaringe. Attualmente rappresenta la causa di circa il 35 per cento dei tumori dell’orofaringe in Italia, con un costante incremento. Negli Stati Uniti la situazione è ben peggiore e sta raggiungendo livelli endemici (70 per cento dei tumori dell’orofaringe). Il gruppo di virus conosciuto come HPV trova un ambiente fertile nelle membrane umide, tra cui il collo dell’utero, la bocca e la gola, e a rischio sono chiaramente anche gli uomini. Le neoplasie del cavo orale colpiscono dunque particolari categorie e in questa ottica è più che mai fondamentale una capillare opera di sensibilizzazione.