Quindici anni fa in Italia si contavano sulle dite di una mano i ristoranti che servivano sushi, e solo nelle grandi città. Oggi a ogni angolo di strada ci sono sushi bar e ristoranti cinesi-giapponesi specializzati nel piatto tipico della cucina giapponese a base di riso insieme ad altri ingredienti come pesce, alghe, vegetali o uova.
La qualità non sempre è eccelsa, ovviamente. E dove i prezzi sono particolarmente bassi spesso si nasconde la “sorpresina”. A Milano è stato registrato negli ultimi tempi un vero e proprio boom di malori e ricoveri per il “mal di sushi”. Sempre più persone finiscono in ospedale con la sindrome sgombroide. E’ provocata dalle cattive condizioni di conservazione di tonno o pesce azzurro mal conservato.
I sintomi sono nausea, mal di testa, rossore della pelle su viso e collo, nei casi più gravi anche edema della glottide con rischio di soffocamento.
“Il sempre maggior consumo di pesce, crudo soprattutto, espone a rischi alimentari che un tempo erano marginali. I casi di sindrome sgombroide si moltiplicano, con rischi seri per soggetti particolarmente sensibili”, dice a Repubblica Milano Simonetta Fracchia, direttore Igiene alimenti e nutrizione dell’Azienda sanitaria.
La sindrome sgombroide è una patologia simil-allergica risultante dall’ingestione di pesce alterato. È il secondo tipo più frequente di intossicazione da prodotti ittici, seconda solo alla ciguatera. Spesso tuttavia non viene rilevata perché assomiglia e confusa con l’allergia alimentare.
fonte: today