«Le critiche mosse da qualcuno di volere ‘svendere’ la dottrina cattolica “non mi tolgono il sonno”», dice Papa Francesco in un’intervista ad Avvenire, il secondo giornale in ordine di importanza per lui dopo la Repubblica.
Quindi c’è veramente da preoccuparsi per noi cattolici, perché Bergoglio non sta operando in perfetta buona fede, ma è cosciente che il suo operare confuso e volutamente nebbioso tra pastorale e dottrina sta suscitando ondate enormi di preoccupazione nella Chiesa, ma di questo non glie ne frega nulla. Quindi, se è così, è evidente che dietro il suo agire non c’è la stessa confusione che appare fuori, ma un preciso disegno, un disegno che lui ha intenzione di portare avanti fino alle estreme conseguenze, fossero anche divisioni terribili all’interno della Chiesa, fosse anche uno scisma. A meno che non sia proprio questo l’obiettivo impronunciabile: demolire questa Chiesa per costruirne una nuova, al passo coi tempi.
Come se la Chiesa dovesse porsi il problema di camminare col resto del mondo, e non invece di portare il resto del mondo al passo di Cristo.
Ma se Bergoglio pronuncia il suo sprezzante “me ne frego”, quello che sta per succedere se non è qualcosa di inedito nella storia della Chiesa, è certamente l’equivalente di uno tsunami quello che sta per abbattersi su Francesco: in questi anni di pontificato ne ha combinate veramente tante, dimostrando un’indifferenza preoccupante soprattutto per la pastorale tradizionale della Chiesa e dei Sommi Pontefici, avendo però buona cura di comportarsi e parlare informalmente da rivoluzionario, ma di scrivere attentamente rispettoso della Dottrina. Infatti se per i comportamenti al massimo può rischiare malumori e educate proteste, in caso di violazione del “Depositum fidei” potrebbe rischiare la gravissima accusa di apostasìa, se non addirittura di eresia, con tutto ciò che ne potrebbe conseguire.
Poi però è arrivata l’esortazione apostolica post-sinodale “Amoris laetitia”, e la preoccupazione per la confusione dottrinale ha trovato motivo per trasformarsi in un vero e propro malumore nella Chiesa. Un gruppo di 45 teologi, filosofi e pastori di anime di diverse nazionalità ha consegnato nei al Cardinale Angelo Sodano, Decano del Sacro Collegio cardinalizio, una forte critica a quel documento ufficiale del Papa. E lì parliamo di sospetta violazione della Dottrina cristiana, non di bizzarre parole pronunciate in libertà. Quel documento di critica all’esortazione papale, in diverse lingue, è stato fatto pervenire ai 218 Cardinali e ai Patriarchi delle Chiese Orientali, chiedendo loro di intervenire presso Papa Francesco per ritirare o correggere le proposizioni erronee del documento.
Nel descrivere l’esortazione come contenente “una serie di affermazioni che possono essere comprese in un senso contrario alla fede e alla morale cattoliche”, i firmatari hanno presentato insieme all’appello una lista di censure teologiche applicabili al documento, specificando “la natura e il grado degli errori che potrebbero essere imputati ad Amoris laetitia”.
Tra i 45 firmatari vi erano prelati cattolici, studiosi, professori, autori e sacerdoti di varie università pontificie, seminari, collegi, istituti teologici, ordini religiosi e diocesi di tutto il mondo. Essi hanno chiesto al Collegio dei Cardinali che, nella loro veste di consiglieri ufficiali del Papa, rivolgano al Santo Padre la richiesta di respingere “gli errori elencati nel documento, in maniera definitiva e finale e di affermare con autorità che Amoris Lætitia non esige che alcuna di esse sia creduta o considerata come possibilmente vera”.
“Non accusiamo il papa di eresia”, ha detto all’epoca il portavoce degli autori, “ma riteniamo che numerose proposizioni in Amoris lætitia possano essere interpretate come eretiche sulla base di una semplice lettura del testo. Ulteriori affermazioni ricadrebbero sotto altre censure teologiche precise, quali, fra l’altro, ‘scandalosa’, ‘erronea nella fede’ e ‘ambigua’ ”.
Il Codice di Diritto Canonico del 1983 afferma che “In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, essi [i fedeli] hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli” (CIC, can. 212 §3).
Premesso che questo Papa è pacioccone e tenerone, anzi molto tenerone, non si potrebbe mai litigare con una persona così, non è certo un invasato fideista assassino e liberticida (leggi islam induismo ebraismo etc etc etc), non sarebbe meglio se il sito proponesse soluzioni a problemi concreti connessi con il titolo?
Sennò c’è sempre radio Maria che in alcune rubriche non è neanche male.
Proposta sanzionatoria contro le effrazioni: se si utilizza auto di proprietà per violare la proprietà privata al fine di depredare l’auto viene sequestrata ai fini della confisca in favore della collettività. Se l’auto è non di proprietà raddoppio delle sanzioni, se è rubata triplicazione delle sanzioni. Se chi crea problemi e danni alle persone e l’individuo è nullatenente lo Stato risarcisce il danneggiato previa perizia del danno e poi si rifà su chi ha compiuto effrazione, magari facendogli pulire gli alvei dei corsi d’acqua da piante ed oggetti vari. Se le persone sono anziane calci sui calli. Se il reo non attua la riparazione ritorno al suo paese con volo tramite compagnia di bandiera italiana.
Proposta guidatori con patente straniera: invece di sospendere o revocare il titolo di guida a grandi violatori del cds, quando ne possono conseguire un altro all’estero per qualche centinaio di euro, inibizione dalla guida in Italia al soggetto che ha commesso l’infrazione molto dannosa o molto illegale, per la durata stabilita da chi è preposto. Quindi divieto alla persona e non al documento. Possibile acronimo DAVID, non nel senso di david di donatello, ma nel senso di divieto di accedere alla viabilità Italiana de iure.
Proposta posti di controllo: possibilità di utilizzo di catene chiodate in tutti i posti di controllo e di blocco contro chi sfonda il posto di blocco e nella fuga rischia di coinvolgere persone che passano . Se è possibile sparare con rischi non preventivabili di traiettoria del proiettile non si vede perché non si possano utilizzare preventivamente catene chiodate che annullano sul nascere i tentativi di fuga, con abbassamento evidente dei rischi e con maggiore possibilità di bloccare i fuggitivi rispetto all’inseguimento.
https://youtu.be/YohEn05Ry8c?t=20m33s