Si sparò in testa in pronto soccorso: poliziotto muore dopo 10 giorni di agonia

Si era sparato all’interno del pronto soccorso dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna. Dopo dieci giorni di agonia, è morto l’agente di polizia penitenziaria che era ricoverato in rianimazione.
Le condizioni dell’agente, che aveva solo 44 anni, erano parse disperate fin da subito. Dopo essersi sparato era stato trasportato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Maggiore, dove ha lottato tra la vita e la morte per dieci giorni. Tuttora restano sconosciuti i motivi del gesto estremo.
L’agente era assistente Capo della Polizia Penitenziaria in servizio al centro di prima accoglienza e comunità minorile del Pratello di Bologna.
Originario di Napoli ma da anni a Bologna, era giunto al policlinico in ambulanza perché lamentava un problema alla bocca, apparentemente a causa di un recente incidente in bicicletta.
Dopo un primo controllo, si era seduto in attesa di essere visitato dai medici. All’improvviso, il tragico gesto: ha estratto la pistola d’ordinanza, rivolgendosela verso di sé e sparandosi.

In seguito a questo episodio, il sindacato di categoria Uil P.A. Polizia Penitenziaria aveva lanciato l’allarme denunciando che “i casi di suicidio tra i baschi azzurri  sono veramente troppi” e  invocando “una seria riflessione su quelli che sono gli effetti e le conseguenze del lavoro in carcere sulla vita privata di ognuno”, ritenendola “doverosa da parte del Governo e dell’Amministrazione Penitenziaria”.

Riccardo Ghezzi
Bologna, 16/12/2016